​Catturato l’orso M4, "predatore" ad
Asiago: un collare per monitorarlo

Lunedì 30 Maggio 2016 di Paola Treppo
L'orso Francesco

VERZEGNIS (Udine) - Nella tarda serata di sabato, sulle pendici del monte Lovinzola di Verzegnis, è stato catturato un orso di 189 chili che si distingue per un pelo chiarissimo, color beige. Le analisi genetiche lo dovranno confermare, ma quasi certamente si tratta di M4, orso proveniente dal Trentino, dove è nato nel 2008, fratello di M3, esemplare dal mantello bianco; entrambi figli dell’orsa KJ2. E' stato catturato da un team dell'Università di Udine, da agenti della Polizia della Provincia di Udine e da volontari dell'associazione Il Villaggio degli orsi, con il supporto del Corpo Forestale e delle locale riserva di caccia di Verzegnis.
 



L’animale è entrato verso le 22 nella gabbia che si è chiusa automaticamente; è stato quindi immediatamente sedato, sottoposto a vari prelievi di pelo e sangue, pesato e dotato di collare satellitare. Verso l'una del mattino l'animale si è risvegliato e ha incominciato a mettersi in cammino: all'alba del 29 maggio, era nel versante ovest a oltre 1600 metri di quota del Lovinzola nella Val di Preone, dove, in un luogo riparato, ha trascorso la giornata di domenica. La dotazione di un collare satellitare permetterà di monitorarlo per 18 mesi. In questo modo si cercherà di capire e conoscere le più nascoste abitudini di questa specie e di questo individuo in particolare, oltre che di prevenire danni al patrimonio zootecnico. «Il collare satellitare di cui è dotato - spiega Stefano Filacorda, ricercatore che dirige e coordina gli studi sulla fauna selvatica per l’Università di Udine - permette, attraverso il sistema GPS, di fare un punto di localizzazione all'ora e quindi questo viene inviato a cadenza di ogni sette ore, attraverso un sistema telefonico alla base operativa dell'Università di Udine. Il collare ha dei sensori che permettono di rilevare i movimenti della testa e la temperatura corporea ed è dotato di un sofisticato sistema di distacco automatico, sia a tempo, previsto tra 18 mesi, che con impulso a distanza».

«Nel corso del 2014 aveva imperversato nella zona di Asiago, dove era stato rinominato Genè o "il biondo" per i peli chiari che lasciava presso le predazioni. Qui aveva predato oltre 29 tra vitelli e manze, creando molte situazioni di conflitto con gli allevatori locali che avevano portato le autorità regionali a decidere di catturalo, e vi erano state anche richieste di abbattimento». Ad inizio 2015 M4 era scomparso per lasciare tracce in Val Sugana. «Da quel momento si era incominciata a ipotizzare la sua morte per bracconaggio. Ma probabilmente M4 si era spostato verso est e, a inizio estate 2015, era giunto in Carnia, dove aveva colpito molte arnie di apicoltori del luogo, soprattutto nella zona di Preone, Verzegnis e Socchieve, e nel corso della scorsa settimana ad Ampezzo, senza però mai fare danni al patrimonio bovino e ovicaprino».

Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 12:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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