«Andè via o ve sparo», bracconiere
punta il fucile carico verso i poliziotti

Giovedì 17 Novembre 2016
«Andè via o ve sparo», bracconiere punta il fucile carico verso i poliziotti
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RECOARO - «Andè via o ve sparo». E intanto puntava al petto dei poliziotti provinciali la sua doppietta. Sono stati momenti di paura e di tensione a Recoaro Terme, tra due agenti della polizia provinciale e padre e figlio, bracconieri, della zona. I due, C.Gl. E C.N., in località Colle Colombo, zona nota per la caccia alla beccaccia, si erano appostati per fare la festa ai prelibati volatili. Ma sul posto si era già nascosta una pattuglia di agenti della polizia provinciale. L’esercizio venatorio era consentito fino alle 16.45 e, comunque, la caccia alla beccaccia è vietata. I poliziotti hanno visto prima scendere dall’auto un uomo di statura media, berretto e barba a pizzetto, armato di fucile da caccia, che dopo aver caricato l’arma, si è appostato ignaro a una decina di metri da loro. Poi, dal lato guida, ecco un altro uomo, giovane, snello, con barba incolta, anche questo che imbracciava e caricava un fucile semiautomatico. «Se arriva qualcuno andiamo via» ha avvertito il giovane rivolto al più anziano, che lo ha invitato a lasciare l’auto aperta.

Dopo una mezz'ora di appostamenti alle beccacce, i due agenti, con le torce in mano, intervengono, si qualificano e chiedeno le generalità ai due. E qui si sfiora la tragedia. Il bracconiere più anziano, visibilmente alterato, puntando il suo fucile verso gli agenti ad altezza uomo si è messo a gridare, come riportato in una nota ufficiale della Provincia: «Fermi là! Andé via o ve sparo. Vè via o ve sparo!». E non ha abbassato l'arma neanche dopo l'ordine di scaricare il fucile. I due agenti si sono messi al riparo, sentendosi pure apostrofare con un «Qua de note non gavì da esserghe». Il bracconiere poi è scappato a piedi chiamando tre volte per nome l'altro, che poi è stato identificato come suo figlio, possessore del veicolo. A quel punto, alle 18.04, sono stati allertati i carabinieri avvertendo che i due avevano lasciato l’auto sul posto e altri colleghi a rinforzo. 

I militari hanno subito fornito i dati del proprietario dell’auto, residente in contrada Cappellazzi. Gli agenti sono piombati in casa del giovane, chiedendogli di mostrare loro le armi e la licenza di caccia. Altra sorpresa, l'uomo ha riferito di non avere più i requisiti per detenere armi in casa a causa di precedenti provvedimenti penali per minacce e di non avere pertanto più i fucili. C.N., riconosciuto dagli agenti, ha anche detto di aver lasciato l’auto in panne alla mattina sempre a Colle del Colombo e di aver chiamato l’autofficina verso le 16 per il recupero del mezzo. Ma il meccanico ha riferito di essere stato chiamato tra le 18 e le 18.15. «E dov'è suo padre, convivente, dove sono i suoi fucili?» hanno chiesto i poliziotti. Il giovane ha risposto di non sapere nulla. Portato alla stazione dei carabinieri di Recoaro si procedeva al controllo della denuncia delle armi riscontrando la mancanza di un fucile semiautomatico di proprietà del genitore. Fucile non trovato neppure ad un successivo sopralluogo. Nel frattempo il padre è rimasto irreperibile, lasciando il filgio a sbrigarsela con le forze dell’ordine. Per lui anche porto abusivo d’arma, oltre a tutte le violazioni dell’attività venatoria. Il reato contestato ai due è resistenza a pubblico ufficiale commessa con armi. L'uomo più anziano è stato identificato il giorno dopo dagli agenti provinciali, per fisionomia e timbro di voce, mentre si trovava nella stazione dei carabinieri. Stessa sfilza di contestazioni anche a lui.
Ultimo aggiornamento: 14:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA