Ammazza la moglie a coltellate, poi ​chiama il 112 e aspetta i carabinieri

Giovedì 13 Aprile 2017 di Luca Pozza
Mirko Righetto, la villetta a schiera dove è avvenuta la tragedia e Nidia Lucia Loza Rodriguez
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CAMISANO VICENTINO – Femminicidio questa notte in una villetta a schiera di Camisano Vicentino, in via Alpini 62A. Attorno alla mezzanotte un uomo di 48 anni, Mirko Righetto, nato e originario di Campo San Martino (Padova) ma residente da molti anni nella provincia berica, ha ucciso la moglie Nidia Lucia Loza Rodriguez, 37 anni, di origini colombiane, ma cittadina italiana, che lavorava come infermiera in una casa di riposo privata situata tra le province di Vicenza e Padova. La coppia era sposata da quattro anni, ma in precedenza aveva convissuto per altri otto anni. L'uomo era alla guida di un'azienda di serramenti, ereditata dal padre, anche se negli ultimi tempi gli affari non andavano molto bene. I carabinieri hanno ricordato il suo arresto una decina d'anni fa per la rapina a una prostituta e alcuni problemi di tossicodipendenza. Gli si riconosce anche, secondo le agenzie, una passione culturale per la lettura e lo scrivere; del resto ha attraversato, senza raggiungere la maturità, tre licei classici. Con lo pseudonimo di Marco Redde l'artigiano ha pubblicato una decina di poesie, un libro ed è stato il vincitore di un premio di liriche. Su un social Righetto-Redde scrive di avere avuto già una moglie e un figlio di 12 anni.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Vicenza l’uomo ha aggredito, tra la cucina e il soggiorno, la consorte con un coltello a serramanico, con il quale le ha inferto almeno due coltellate all'altezza del collo. Con lucidità poi ha chiamato la madre, che abita a un centinaio di metri, alla quale, senza raccontare quanto successo, ha chiesto di prelevare la loro bambina di 3 anni, che dormiva al piano di sopra e che non ha sentito nulla. Quando la signora ha lasciato la villetta ha telefonato al 112 per annunciare il delitto compiuto. I carabinieri della locale stazione, poi raggiunti dai colleghi della compagnia di Vicenza, sono arrivati nell'abitazione dove hanno sequestrato il coltello, arma del delitto, arrestato e accompagnato l’uxoricida nella caserma di via Muggia. Gli stessi militari hanno allertato anche un'ambulanza del Suem 118, ma al loro arrivo sul posto la donna era già morta, come accertato dai sanitari.

Ancora da capire i motivi che hanno scatenato la furia omicida dell’uomo, che tuttavia potrebbe essere legata al rapporto deteriorato, forse anche per motivi di gelosia. La coppia non stava divorziando anche se i due coniugi si erano rivolti ad un consulente matrimoniale per avere informazioni su eventuali pratiche. Secondo quanto raccontato dall'uomo già nella notte la consorte avrebbe minacciato di portare via con la sé la bambina e di non farla più vedere al marito. Negli ultimi tempi i litigi erano diventati più frequenti: nella seconda metà dello scorso anno in un paio di occasioni i carabinieri erano stati chiamati nella villetta dei coniugi Righetto, ma nessuno di loro aveva poi presentato denunce.

Per tutta la mattinata la casa l'area in cui si trova la villetta, in una zona residenziale del paese, è rimasta isolata da un nastro adesivo, sistemato dai carabinieri, per tenere lontani cronisti e fotografi. All'interno dell'abitazione hanno lavorato per buona parte della giornata i militari del nucleo investigativo dell'Arma. L'uomo è stato sottoposto a fermo di polizia ma già a metà mattinata aveva confessato il delitto: per lui sono scattate le manette e il successivo trasferimento alla casa circondariale San Pio X di Vicenza. I dettagli sono stati forniti nel corso di una conferenza alla stampa, alla presenza dei vertici provinciali dell'Arma e del procuratore Antonino Cappelleri.


 

 


 

 

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 13:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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