L'ex Dal Molin non decolla: lite sul futuro del parco della pace

Giovedì 17 Agosto 2017 di Roberto Cervellin
All'ex Dal Molin sorgerà un parco di oltre 60 ettari
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VICENZA - «Così non va». Altolà sul parco della pace. Il futuro dell'area a ridosso della base americana Del Din - che un tempo ospitava l'aeroporto - è tutto a riscrivere. O quasi.

A sentenziarlo, ambientalisti e pacifisti, pronti a lasciare il tavolo delle trattative destinato a disegnare gli oltre 60 ettari di terreno che sorgeranno nell'ambito della partita tra Comune e Stato per le compensazioni della caserma Usa. «Non vogliamo diventare corresponsabili della realizzazione di un parco estranea al contesto che lo circonda. Come dice l'Unesco, si rischia di rinforzare il danno e l'impatto causati dalla base militare», sbottano i rappresentanti di Civiltà del verde, Cristiani per la pace, No Dal Molin e altri gruppi.

Insomma, se non è il “de profundis” al piano di recupero, poco ci manca. Che cosa non va? Sotto accusa «il labirinto di percorsi discontinui, spezzati da un reticolo di canalizzazioni idriche, aree umide ed altre esondabili - proseguono le associazioni - Servono costi elevati anche per la manutenzione, destinati a crescere per la mobilità e il ripristino della rete fognaria di Via Sant'Antonino».

Già, i costi. Oggi nel sito sorgono hangar, palazzine uffici, una pista di volo e un campo molto vasto. E domani? Grazie agli 11 milioni ottenuti dalle compensazioni, nascerà uno dei più grandi parchi del Veneto, con spazi per ristoro, attività sportive, ricreative e culturali, concerti e un museo dell'aria dedicato alla storia dell'aeronautica. Piante, sementi e materiale vivaistico dell'allestimento saranno forniti da Veneto agricoltura per 78 mila euro.

Progetto di rinascita bocciato, dunque. Ma non per tutti. All'interno del tavolo di partecipazione è spuntata un'anima con posizioni più morbide. Ne fanno parte, tra gli altri, coordinamento dei comitati, associazione ufficiali aeronautica, Amici dei parchi e Legambiente. «Ci sono importanti novità, come il ridimensionamento del giardino centrale e il trasloco della sede della casa per la pace nell'ex aerostazione - spiegano - Va risolto il problema del ristagno dell'acqua, ma restiamo aperti al confronto».

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