L'esodo di quei 1600 veneti. Teresa e il suo diario: “Sul carro, dormivamo nelle stalle...”

Martedì 12 Dicembre 2017 di Roberto Lazzarato
L'esodo di quei 1600 veneti. Teresa e il suo diario: “Sul carro, dormivamo nelle stalle...”
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VALBRENTA. Dopo 100 anni ancora insieme. I comuni di Solagna, in Valbrenta e Codogno nel Lodigiano, hanno ricordato in questi giorni con scambio d’incontri, rievocazioni storiche, mostre e rappresentazioni teatrali, il drammatico periodo del profugato, quando 1600 abitanti del comune valligiano trovarono ospitalità nel Basso Lodigiano.

Dal diario ritrovato di Teresa Andolfatto, classe 1894, è stato possibile ricostruire il dramma di tante famiglie strappate in pochi giorni dalle loro case, nelle quali in molti non fecero mai più ritorno. Dal diario è anche stata tratta la rappresentazione teatrale andata in scena all’aperto nel centro storico del paese valligiano. Nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, tutti gli abitanti della Valbrenta furono costretti all’esodo. Il parroco di Solagna del tempo comunicò in chiesa ai parrocchiani l’ordine del Prefetto. La gente di Solagna rimase unita e con diversi mezzi trovò ospitalità nelle cascine attorno a Codogno e nei paesi limitrofi. Emblematico il racconto nel diario di Teresa, ritrovato assieme a cimeli di quel periodo conservati in un baule che, seppure mancante di qualche pagina, riesce ancora oggi a trasmettere la drammaticità di quei giorni.

Teresa, con la cognata e tre nipoti intraprese il lungo viaggio su di un carro, con poche masserizie. Un viaggio lungo e travagliato, trovando riparo nelle stalle o dove capitava, che la portò dopo oltre un mese nei pressi di Verona, era Natale, prima di riuscire a ricongiungersi con gli altri familiari, parenti e compaesani partiti con la tradotta militare, a Codogno, dove i solagnesi rimasero sino alla primavera del 1919. La sua famiglia fu segnata profondamente dal conflitto bellico. Dei suoi fratelli, Sebastiano morì in guerra nel 1916 sull’Ortigara, così pure Pietro in un ospedale militare alla fine del conflitto; Domenico, appena diciottenne, fu fatto prigioniero e di lui si perse ogni traccia; fece ritorno solo Bortolo il cui figlio Bastian nacque profugo a Codogno.

Profugo, a Vittadone, pochi chilometri da Codogno, nacque nel 1918 anche il solagnese mons. Giovanni Nervo, fondatore della Caritas nazionale. A Solagna per commemorare il 100 anniversario dell’ospitalità di Codogno, con una rappresentanza del comune lodigiano che ha ricambiato la nutrita visita di amministratori e abitanti di Solagna, è stata allestita una mostra fotografica, per le vie del paese si è svolta la rievocazione storica «I profughi» e la rappresentazione teatrale de La Piccionaia «Erano come naufraghi».
 

 

Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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