ARCUGNANO - C'era una volta il drone volante. Ora c'è quello acquatico. Impermeabile e in grado di galleggiare.
Due apparecchi sono stati sperimentati sul lago di Fimon, bacino ai piedi dei colli Berici periodicamente infestato da alghe, ninfee e altre piante. Protagonista dell'operazione, il dipartimento di informatica dell'Università di Verona che, con Arpav, ha testato 2 droni nati con lo scopo di monitorare i laghi.
Dotati di sonde, hanno misurato parametri chimico-fisici dell'acqua come temperatura e ossigeno disciolto. Uno di questi ha anche navigato nello specchio, nonostante la presenza della vegetazione. «I risultati appaiono buoni e pertanto si proseguirà con la sperimentazione», hanno fatto sapere i tecnici. Sì perché entrambi i dispositivi lavorano e visualizzano i dati in tempo reale tramite tablet e smartphone.
Dagli studi effettuati dall'università di Parma, è emerso che i nutrienti responsabili della proliferazione delle erbe derivano dall'accumulo di sostanze quali azoto e fosforo. La colpa? Per Renzo Segato, consigliere provinciale delegato alle risorse idriche, è di un depuratore dismesso 15 anni fa, delle vasche per il trattamento dei liquami e della concimazione dei terreni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Due apparecchi sono stati sperimentati sul lago di Fimon, bacino ai piedi dei colli Berici periodicamente infestato da alghe, ninfee e altre piante. Protagonista dell'operazione, il dipartimento di informatica dell'Università di Verona che, con Arpav, ha testato 2 droni nati con lo scopo di monitorare i laghi.
Dotati di sonde, hanno misurato parametri chimico-fisici dell'acqua come temperatura e ossigeno disciolto. Uno di questi ha anche navigato nello specchio, nonostante la presenza della vegetazione. «I risultati appaiono buoni e pertanto si proseguirà con la sperimentazione», hanno fatto sapere i tecnici. Sì perché entrambi i dispositivi lavorano e visualizzano i dati in tempo reale tramite tablet e smartphone.
Dagli studi effettuati dall'università di Parma, è emerso che i nutrienti responsabili della proliferazione delle erbe derivano dall'accumulo di sostanze quali azoto e fosforo. La colpa? Per Renzo Segato, consigliere provinciale delegato alle risorse idriche, è di un depuratore dismesso 15 anni fa, delle vasche per il trattamento dei liquami e della concimazione dei terreni.