Solagna, voci critiche sulla fusione
dei comuni: «Meglio con Bassano»

Venerdì 2 Settembre 2016 di Roberto Lazzarato
Solagna e i consiglieri Bertoncello e Ferracin

VALBRENTA. La minoranza di Solagna critica sulla fusione dei comuni durante il primo dei consigli comunali, convocati nei cinque comuni della Valle, per approvare la convenzione per lo studio di fattibilità della fusione in un unico comune della Valbrenta. «Sorprende questa fretta di passare velocemente dall’Unione dei Comuni alla fusione dei comuni - hanno spiegato nel loro intervento Stefano Bertoncello e Roberto Ferracin. - Non siamo ancora a regime con tutte le varie funzioni e già parliamo di fusione e quindi di abbandonare il progetto unione che avrebbe dovuto essere propedeutico alla fusione, ma avrebbe perlomeno dovuto avere anche un breve periodo di rodaggio, seguito da una fase di consolidamento. Abbiamo l’impressione, invece, che il progetto Unione sia o stia per naufragare e quindi meglio correre subito al riparo e procedere alla fusione».

I consiglieri di minoranza hanno ricordato l’analisi preliminare di fattibilità dell’Unione dei comuni della Valbrenta fatta dal professor Salvato dell’Università di Padova che, tra le altre indicazioni, «considera la fusione un approdo dell’esperienza dell’Unione, ma nel nostro caso di quale esperienza possiamo parlare, se dobbiamo ancora cominciare con l’Unione».

Bertoncello ritorna, poi, sul tasto dei servizi, sottolineando le indicazioni del docente patavino. «La gestione associata va vista come uno strumento dei comuni per migliorare l’offerta di servizi, ottimizzare la gestione e governare lo sviluppo. Se avessimo fatto questo, anch’io sarei d’accordissimo con l’unione e con la fusione, ma purtroppo siamo molto lontani da tutto ciò». Duro il commento: «Un ulteriore studio di fattibilità, oltre a pesare sulle tasche dei contribuenti, non avrà nessun valore se chi poi lo deve mettere in atto non ha la volontà di farlo, o cerchiamo piuttosto uno studio di fattibilità che ci dica le cose che ci piacciono e cioè che una fusione a cinque comuni (perché il sesto - Pove, ndr -  quando ha capito come andavano le cose, ha avuto il coraggio di ritirarsi) è ideale, anche se dalla stampa locale leggiamo di quanti problemi e dubbi abbiano le fusioni anche di soli tre comuni, vedi la situazione di Mason Molvena e Marostica».
 
Spiazzante la conclusione di Bertoncello, condivisa anche da Ferracin, viste le analogie tra i cinque comuni valligiani interessati. «Non credo che i nostri concittadini siano contenti di spostarsi verso nord ogni qualvolta avranno bisogno di un qualsiasi servizio amministrativo, tecnico, sociale, visto che tutti per lavoro o svago si spostano invece verso sud. Io sono favorevole alla fusione, ma quella tra due comuni perché più semplice e l’integrazione decisamente più naturale e, se proprio la si deve fare, prendiamo seriamente in considerazione l’unione con il più grande comune della nostra zona e cioè Bassano

© RIPRODUZIONE RISERVATA