«La Spv nel fosso», il Covepa dice la sua: cosa fare di quei cantieri

Mercoledì 25 Gennaio 2017
Un serpentone di cantieri della Spv attraversa il Veneto
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BASSANO - Secondo il Governatore Luca Zaia è la "più grande infrastruttura in costruzione": la superstrada pedemontana veneta è però a un bivio epocale. Scaduta l'era Vernizzi, non senza una punta di veleno, e avviata la nuova "linea di comando" con coordinatore la dirigente regionale Ilaria Bramezza, l'opera attualmente non si sa che futuro avrà. Zaia promette l'apertura del tratto Breganze-Bassano nel 2018, ma i cantieri sono molti e, sostanzialmente, mancano i soldi. Tanti. Per gli espropri, per i lavori, per completarla.

Inoltre, nel frattempo, la viabilità "alternativa" realizzata per permettere i flussi di traffico fa impazzire gli automobilisti a suon di curve, bretelle, rotatorie più o meno provvisorie.

Il CoVePa, che da sempre raccoglie le voci e le vedute critiche sulla grande opera, giusto a Bassano, considerato il fulcro della pedemontana e della Svp per gli snodi stradali, invita tutti  all'incontro pubblico di giovedì 26 gennaio, alle 20.45, in sala Tolio di via Da Ponte 37. Il titolo è piuttosto intrigante: "La Spv nel fosso: sotterrarla per sempre o pensare ad una vera alternativa". Quattro i relatori, come scrive una nota del CoVePa: Massimo Follesa sulle possibili alternative sul tappeto sia al progetto sia al piano finanziario; Francesco Celotto sulle contraddizioni finanziarie di un sistema economico che dalle banche sta minando le infrastrutture e i servizi; Marco Milioni sulla necessità di approfondire i fatti e le fonti, e di combattere la disinformazione e la post-verità; Carlo Costantini sul panorama delle opere pubbliche del Veneto del terzo millennio tra "progetfinansing" alla veneta e sistema degli appalti.

«E' il momento in cui noi riteniamo sia possibile approfondire temi e questioni relative all'opera che interrogano tutto il territorio Veneto - spiegano i portavoce del CoVePa Matilde Cortese, Elvio Gatto e Massimo M.Follesa, che sostengono che ci sia un processo di "galanizzazione" di Zaia -. Noi pensiamo che l'impostazione attuale sulle questioni economiche, finanziarie e su investimenti in infrastrutture e opere pubbliche non tenganconto che con lo stop alla Pedemontana Veneta, con la sincope lenta in corso nei suoi cantieri, sia veramente e definitivamente finita l'era rappresentata da Galan-Chisso-Zaia.

Si tratta ora di costruire un futuro possibile alternativo promuovendo una riflessione adeguata a partire dai cantieri di Spv».

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