Riforma sanitaria regionale, dalla fusione nasce Ulss 7 Pedemontana

Martedì 3 Gennaio 2017 di Elena Ferrarese
Riforma sanitaria regionale, dalla fusione nasce Ulss 7 Pedemontana
BASSANO - Dal 1 gennaio la riforma della Sanità veneta con 9 Ulss, al posto delle precedenti 21, è operativa. Il presidente della Regione Luca Zaia ha firmato i contratti con i direttori generali chiamati ad attuarla sul territorio e li ha presentati ufficialmente ieri mattina prima della seduta della giunta regionale, in presenza degli assessori regionali Elena Donazzan e Manuela Lanzarin con il consigliere Nicola Finco. La nuova Ulss 7 Pedemontana, nata dalla fusione fra i territori della ex Ulss 3 di Bassano e della ex Ulss 4 Alto Vicentino, avrà sede a Bassano. Alla guida della stessa si conferma il dottor Giorgio Roberti, già direttore generale di Bassano e commissario di Thiene, ed il suo staff, composto dal direttore sanitario Bortolo Simoni, il direttore amministrativo Francesco Favretti e il direttore dei servizi sociali Alessandro Pigatto

I numeri della Pedemontana sono circa: 3 presidi ospedalieri (Bassano, Santorso e Asiago, quest’ultimo in fase di costruzione con una previsione di ultimazione a giugno 2018), 4mila dipendenti, 900 posti letto per servire 60 comuni con una popolazione di circa 370mila persone, di cui il 22 per cento ha più di 65 anni. Le altre aziende provinciali sono: la 1 Dolomiti che comprende la provincia di Belluno con 206.795 residenti, la 2 Marca trevigiana, per la provincia di Treviso (885.349 residenti), la 3 Serenissima (Venezia, 640.399 residenti), la 4 del Veneto Orientale (San Donà di Piave, 215.391 ), la 5 Polesana (Rovigo, 243.212 residenti), la 6 Euganea per il Padovano (934.659 residenti), la 8 Berica (Vicenza, 499.430 residenti) e la 9 Scaligera (Verona, 922.555 residenti). Le province di Venezia e Vicenza sono le uniche ad aver mantenuto due Ulss ciascuna, non senza polemiche.

«Abbiamo realizziamo il primo atto operativo del ridisegno complessivo della Sanità veneta - ha spiegato Zaia - che non tocca né gli ospedali, che rimangono con le loro eccellenze, né i servizi sul territorio, ma la macchina burocratica, snellita nell’interesse dei veneti». Per il nuovo direttore della Pedemontana è comunque una grande sfida: «Sarà un anno di transizione - ha commentato il dottor Roberti - in cui ci concentreremo in particolare sulla riduzione dei tempi d’attesa e sull’integrazione dei servizi socio sanitari per garantire la miglior qualità prediligendo, dove le attrezzature lo permetteranno, lo spostamento del personale piuttosto che quello dei pazienti». 
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