Porsche, Audi, Range Rover rubate all'estero e "clonate" in Veneto

Venerdì 13 Gennaio 2017
Scoperta banda che rubava e clonava le auto di lusso
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VICENZA - Era una banda che rubava auto di lusso, in Italia e all'estero. Agiva nelle province di Mantova, Milano, Verona, Treviso, Venezia, Padova, Vicenza, luoghi dove i componenti della banda avevano tentato il trucco o dov'erano state rubate o rivendute le auto o dove avveniva la contraffazione.

La banda faceva entrare le auto di extra lusso in Italia, ne falsificava i documenti, con la contraffazione di dettagli per camuffare gli originali e le rivendeva, spesso a persone compiacenti. Ma non avevano fatto i conti con l'occhio attento di un impiegato della Motorizzazione civile di Ferrara e, quindi, della Polstrada ferrarese che li hanno scoperti e smascherati. La banda era composta da 13 persone, tutte italiane ora denunciate, mentre sono state sequestrate 6 auto (sulle 14 individuate) di alta gamma del valore di circa 400.000 euro, e decine di carte di circolazione bulgare false.

La maxi operazione è stata portata a termine dalla Polizia Stradale di Ferrara. È stata denominata "Operazione Canguro" e coordinata dal procuratore capo dalla Procura della Repubblica di Vicenza, Antonino Cappelleri. Le indagini svolte dalla Squadra di Polizia Giudiziaria, che hanno portato alla luce la banda specializzata al riciclaggio internazionale di veicoli rubati, sono durate oltre un anno e hanno avuto inizio a Ferrara.

COME HANNO SCOPERTO IL GIRO DI AUTO CLONATE
Nell'ottobre 2014 la Motorizzazione Civile di Ferrara segnalò alla Polstrada alcuni personaggi che avevano avanzato una richiesta di nazionalizzazione di una Mercedes ML, consegnando dei documenti d'immatricolazione bulgari, falsi. Appurata la falsità, gli operatori, con il personale della Motorizzazione, decisero di dare un appuntamento ai richiedenti. Quando si presentarono ad aspettarli c'era il personale della giudiziaria, che sequestrò il veicolo e accertò alcune anomalie, tra cui, a solo titolo di esempio, il telaio "ribattuto". Questa tecnica viene solitamente usata dai malviventi per nascondere il numero di telaio originale: all'auto era stato attribuito il numero di telaio di un altro veicolo regolarmente immatricolato e in circolazione in Australia e quindi di fatto "clonato".

I FURTI ALL'ESTERO e L'IMMATRICOLAZIONE IN VENETO
L'organizzazione, che aveva contatti in tutta Europa, si riforniva da personaggi che rubavano per loro macchine in Romania, Bulgaria, Germania e Polonia. Successivamente le auto venivano stoccate in garage privati, dove, con tecniche all'avanguardia, venivano ribattuti tutti i numeri di telaio e riprogrammate le centraline elettroniche. Proprio a causa di ciò, l'identificazione dei veicoli originali è stata complicata. Sistemati i telai, un falsario (non ancora individuato, perché all'estero, presumibilmente in Bulgaria), produceva documenti falsi (carte di circolazione bulgare, certificati di omologazione, ecc..) di ottima fattura, con i quali veniva avviata la pratica di nazionalizzazione, tramite Agenzie di pratiche auto (ignare e del tutto estranee alla vicenda), alle Motorizzazioni civili, in particolare del Veneto. I nuovi numeri di telaio assegnati provenivano tutti da vetture esistenti, pertanto le nuove macchine diventavano dei veri e propri cloni. Di particolare importanza è stata l'individuazione dell'ufficio di Treviso, sulla strada che porta all'aeroporto, in cui aveva sede questa organizzazione, dentro il quale si svolgevano vere e proprie trattative per acquisti multipli di autovetture del calibro di Range Rover HSE Sport, Porsche Cayenne, Audi A7.

Qui c'erano i due "capi", due uomini di Bassano del Grappa, che si coordinavano in particolare con un complice, un napoletano residente nel Milanese, tutti pregiudicati, quindi a turno con gli altri 10 denunciati, a seconda delle esigenze del momento: le intercettazioni ambientali e telefoniche disposte dalla Procura di Vicenza, hanno permesso di delineare non solo i compiti che ognuno aveva all'interno dell'organizzazione, ma il sistema con cui avvenivano gli approvvigionamenti di denaro, macchine e documenti falsi. 
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