"Salviamo il sentiero del Brenta",
aperta la petizione: no all'asfalto
L'accusa: «Progetto a porte chiuse»

Mercoledì 10 Agosto 2016 di Elena Ferrarese
"Salviamo il sentiero del Brenta", aperta la petizione: no all'asfalto L'accusa: «Progetto a porte chiuse»

BASSANO/POVE D.G. - È iniziata la raccolta firme del Comitato “Salviamo il sentiero del Brenta” con l’obiettivo di contrastare il progetto della realizzazione del tratto di ciclopista in territorio di Pove, compreso  tra il ristorante Il Tinello e l'istituto agrario. Il percorso - il bel sentiero ombreggiato, frequentatissimo, che affianca il fiume, frequentato da famiglie, da chi fa jogging, dai bambini in gita, dagli anziani che approfittano della brezza del fiume, dell’ombra e delle panchine per riposarsi d’estate - rischia di essere asfaltato in gran parte per il progetto di prosecuzione della famosa Venezia Monaco fino a Bassano.
 

 

«Sia ben chiaro - specifica Simonetta Tresoldi, rappresentante, assieme a Elisabetta Foresta, del comitato - non siamo contro la ciclabile, ma non va fatta qui, devono trovare un’alternativa. Con la petizione abbiamo cominciato ieri e abbiamo raccolto già 130 firme, ma tra le persone che si sono fermate, molte ci hanno chiesto più moduli da far compilare ad amici e familiari. Oggi ci siamo fermate per la pioggia, però chi vorrà firmare ci troverà ogni mattina lungo il Brenta almeno dalle 9 alle 10.30. Ci stiamo muovendo anche su internet: abbiamo creato il gruppo su Facebook “Salviamo il sentiero del Brenta” e presto creeremo anche la pagina coinvolgendo chi vuole difendere il sentiero. E sono tanti. Tra questi, anche i residenti della zona che sono arrabbiati anche perché avranno problemi ad uscire di casa con l’auto».

«Ma non tutta la gente è al corrente del progetto: temo che quando sapranno cosa sta succedendo sarà troppo tardi». A dare l’allarme è Daniele Andrea Nervo, consigliere dell’Unione Montana Valbrenta del Gruppo Consiliare M5S Solagna. «Ho sollecitato più volte l’amministrazione a coinvolgere nel progetto i cittadini, invece venerdì scorso a Carpanè due tecnici hanno presentato il progetto definitivo della ciclopista: ovviamente un evento a porte chiuse per soli amministratori, salvo poi cambiare idea all'ultimo momento. Il progetto manca di progettualità e di una visione politica dal punto di vista strutturale. Basterebbe sedersi a tavolino e studiare le alternative».

Il consigliere Nervo sulla questione si sfoga anche sul gruppo Facebook: «Non giustifico, ma perlomeno comprendo, un atteggiamento di scarso interesse da parte dei consiglieri delle maggioranze, abituati da sempre a delegare al capo di turno e a limitarsi eventualmente a tagliare nastri alle inaugurazioni. Ma è inaccettabile che tale atteggiamento si riscontri perfino nei consiglieri di minoranza, che almeno dovrebbero controllare ed incalzare 'per vocazione' chi amministra il territorio. In una valle che soffre della difficoltà della crisi economica e di uno spopolamento che sembra inarrestabile, non possiamo permetterci di trattare con presunzione, sciatteria o superficialità una opportunità come quella offerta dalla ciclopista. Si tratta di un progetto che con il suo indotto, nel bene o nel male, determinerà il futuro della valle per i prossimi cinaquant’anni. Non si può affrontare come se si trattasse di riempire qualche buca dell’asfalto.
Finora mi è sembrato di predicare nel deserto, speriamo che il recente interesse e l'attivarsi di tanti cittadini, associazioni e comitati possa finalmente dare la sveglia che serve».

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