Trattare cagnolini e gatti come fossero dei neonati, riservando loro il medesimo posto, non porterà nulla di buono. Un fenomeno crescente che è al centro di analisi e riflessioni: il Papa è tornato di nuovo a denunciare il dramma della denatalità in Italia e ha chiesto di riflettere sulla radice culturale che porta (anche giovani coppie) a dirottare sugli animali domestici le energie piuttosto che sui bambini. «A me preoccupa il problema della poca natalità qui in Italia, non fanno figli».
Spesso l'equiparazione neonati-cagnolini ha sollevato vibranti proteste da parte di diverse ong animaliste, tuttavia ha sdoganato un dibattito che ha fatto affiorare la propensione crescente degli italiani a collocare nelle proprie famiglie animali progressivamente “umanizzati”. Naturalmente si tratta di una deriva non solo italiana ma tipica delle società occidentali. L'anno scorso, per esempio Bergoglio, sottolineando la grande questione europea delle culle vuote, ha messo in guardia da una cultura di «stampo egoista» che porta a negare la vita con l'eutanasia e l'aborto e a «confondere bambini e cagnolini», mettendoli quasi sullo stesso piano: «questa confusione ci dice qualcosa di brutto».
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Ecco cosa aveva aggiunto il Papa: «Chi presta ascolto al gemito degli anziani soli che, anziché esser valorizzati, vengono parcheggiati, con la prospettiva falsamente dignitosa di una morte dolce, in realtà più salata delle acque del mare? Chi pensa ai bambini non nati, rifiutati in nome di un falso diritto al progresso, che è invece regresso nei bisogni dell'individuo?Oggi abbiamo il dramma di confondere i bambini con i cagnolini...».
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Papa Francesco quando affronta grandi tematiche spesso le propone al pubblico attraverso esempi di vita vissuta. Tempo fa, durante il Forum sulla Natalità al quale ha preso parte anche la premier Giorgia Meloni, aveva narrato un episodio che lo aveva indignato. Disse che durante una udienza era stato avvicinato da una signora che gli aveva chiesto di benedire il suo cagnolino nascosto in una specie di port-enfant. «Un cagnolino! Lì non ho avuto pazienza – disse - e ho sgridato la signora: Signora, tanti bambini hanno fame, e lei con il cagnolino. Fratelli e sorelle, queste sono scene del presente, ma se le cose vanno così, questa sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti.» Naturalmente quelle parole avevano sollevato un autentico putiferio sul web tra coloro che posseggono cani e gatti e li amano come se fossero figli. Si era persino palesata la signora che aveva parzialmente corretto il racconto papale, spiegando che aveva chiesto una benedizione per dei rosari e in quel momento era spuntato dalla sua borsa un piccolo pechinese.
Che il fenomeno denunciato dal Papa sia sotto gli occhi di tutto è registrato anche dai dati economici. Il mercato dei pet food e di tutto quello che ruota attorno al benessere degli “amici pelosi” è in crescita esponenziale. lIn Italia il settore vale oggi all’incirca 2,5 miliardi di euro con una crescita media del 5,7% (tra Gdo, canali grocery, negozi specializzati tradizionali e catene petshop), toccando quota +8,4% se si considerano i canali di vendita emergenti (online). Senza contare gli accessori luxury e il comporto sanitario a loro dedicato.