Facebook, uno studio rivela il rischio depressione, nascosto tra i post

Mercoledì 17 Ottobre 2018 di Paolo Travisi
Facebook, uno studio rivela il rischio depressione, nascosto tra i post
Il rischio di un periodo di depressione s'insinua tra i post di Facebook. Secondo una ricerca scientifica, condotta dall'Università della Pennsylvania, nelle frasi o immagini che pubblichiamo sulla bacheca virtuale di FB, si nascondono i segnali di una prossima depressione. Infatti se è vero che affidiamo al social post divertenti o scatti di momenti felici, è altrettanto vero che in momenti critici della nostra vita, si possono scrivere parole come lacrime, sentimenti o riflessioni che manifestano sensazioni di solitudine.

Messenger come Whatsapp, si potranno cancellare i messaggi inviati. «Ma Zuckerberg e i suoi manager lo fanno già»

Snapchat, arrivano i filtri per il gatto: «Provali miagolando». Ecco come attivarli



I ricercatori americani sono giunti a queste conclusioni dopo aver analizzato i post di 1.200 persone, che hanno accettato di partecipare allo studio: circa il 10% del campione, 114 persone, ha sofferto di depressione, diagnosticata dopo l'analisi dei contenuti postati. Per mappare il profilo psicologico degli utenti social, il team universitario ha elaborato un algoritmo che sulla base delle parole individutate, è in grado di sviluppare delle previsioni. Se per esempio si usano parole come io e me, o ancora se si condividono determinati pensieri rivelatori di uno stato d'animo negativo, l'algoritmo ne tiene conto.

Spiega Andrew Schwarz, uno degli autori dello studio che «quello che le persone scrivono sui social media coglie un aspetto della vita che è molto difficile da analizzare con gli strumenti della medicina e della ricerca», mentre l'esito della ricerca ha rivelato l'esistenza di marcatori che indicano la presenza del disturbo depressivo. A tal proposito il gruppo di ricerca ha costruito 200 modelli linguistici, che costituiscono una sorta di griglia di allarme: se un certo numero di post rientra tra i modelli precostituiti, il rischio di un periodo depressivo è probabile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA