I nomi gridati come allo stadio, perché entra la “squadra” del mito.
LE STORIE
Ai posteri arriveranno migliaia di Instagram stories (46 mila i biglietti venduti, tra il pubblico anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e Thomas Raggi dei Maneskin), a registrare suoni ruvidi, corrosivi, di un rock “hard” nella sua espressione più alta, impastati di emozioni e sudore. Ed è divertente ricordare che il 2 luglio 1991, durante un concerto a Maryland Heights, Axl Rose saltò tra il pubblico per sottrarre la videocamera a uno spettatore che secondo lui li stava riprendendo illegalmente. I tempi cambiano, la leggenda, da 100 milioni di dischi in tutto il globo e 24 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, resta (nonostante l’età). E ieri sera ha preso forma nelle immagini, sui mega schermi con le loro borchie, tatuaggi e cappelli, e nei suoni di oltre venticinque canzoni, con tre ore di live mitragliato sul pubblico in pieno delirio da revival, con il solo di Slash che valeva la serata. Una maratona tra i grandi classici, da Appetite e i due Use Your Illusion, alcune cover (Slither dei Velvet Revolver, Knockin’ on Heaven’s Door di Bob Dylan, Live and Let Die dei Wings, T.V. Eye dei The Stooges e Down on the Farm dei U.K. Subs), le “nuove” Absurd, Hard School e qualche estratto da Chinese Democracy.
GLI ECCESSI
Storie di vita al limite, eccessi, droga, sfiorando amore e sentimenti solo quando strettamente necessario. Ma di passione, nella lunga notte romana, ieri grondavano il palco, dove i magnifici sei si sono dati fino all’ultimo respiro, e il prato, una discoteca anni Novanta sotto le stelle. Welcome to the Jungle. E nella loro giungla di suoni al massimo, dove «Impari a vivere come un animale», ieri ci sono entrati tutti, a caccia di ricordi viaggiando sul Nightrain, («Ho bevuto la benzina e, tesoro, puoi far ronzare il mio motore»), verso il Paradiso perduto di Paradise City.
LA HELLHOUSE
Loro non hanno cominciato in una cameretta, come i divi del pop che oggi fanno sold out negli stadi, ma in uno stanzone nei bassi di Los Angeles ribattezzato “Hellhouse” (un nome sinistro per una casa, appunto, infernale). E l’album di esordio, di cui vendettero oltre 30 milioni di copie, si chiamava Appetite for Destruction, sancendo una certa propensione alla rottura: la macabra copertina fu censurata e così nacque la celebre croce con i teschi dei componenti della band.
LA REUNION
Ma sgretolando la formazione (che prima della reunion perse alcuni dei membri identitari) o minando l’immagine (Axl Rose, contro il parere degli altri, inserì nel cd The Spaghetti Incident? il brano Look at Your Game, Girl, cover di una canzone di Charles Manson, il mandante dell’omicidio di Sharon Tate), hanno costruito il rock, attraversando mezzo secolo (Axl ha compiuto 61 anni a febbraio) ed entrando nell’immaginario di un pubblico senza età. Come il figlio di Mick Jagger che nel recente live londinese ha ballato i loro brani, facendo il verso a papà. E come è successo ieri sera, quando tanti ragazzi hanno visto mamme e papà scuotere anche e chiome in preda a Bad Obsession.