Bufera su un altro potente di Hollywood, il capo di Amazon Studios sospeso per molestie

Venerdì 13 Ottobre 2017 di Giacomo Perra
L'attrice Kate Beckinsale

Ancora accuse. Questa volta a puntare il dito contro Harvey Weinstein, il potente produttore hollywoodiano travolto da uno scandalo sessuale che gli è costato il licenziamento, l'abbandono della moglie Georgina Chapman e il ricovero in rehab, ci ha pensato Kate Beckinsale, l’ennesima attrice vittima, a suo dire, delle attenzioni “moleste” del sessantacinquenne manager.

Come Ashley Judd, Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie, Asia Argento e Cara Delevingne, la Beckinsale, nota in tutto il mondo per le partecipazioni a pellicole di successo quali Pearl Harbor e The Avaitor, ha infatti raccontato di avere ricevuto da Weinstein delle avances particolarmente inopportune, un fatto accaduto quando la quarantaquattrenne interprete britannica era ancora minorenne.

 

«Quando avevo 17 anni - ha rivelato l’attrice su Instagram - mi hanno chiamata per incontrare Harvey Weinstein al Savoy Hotel. Pensavo che l’incontro sarebbe stato in una stanza per le conferenze, che era una cosa molto comune. Quando sono arrivata, alla reception mi hanno detto di andare nella sua camera. Lui ha aperto la porta in accappatoio. Ero incredibilmente giovane e non mi è passato per la mente che un uomo più grande, non attraente, si aspettasse che io potessi avere dell’interesse sessuale verso di lui. Dopo aver rifiutato dell’alcol, gli ho detto che il giorno dopo dovevo andare a scuola, e me ne sono andata, a disagio ma illesa».

La Beckinsale ha poi aggiunto che, negli anni a venire, a causa del suo rifiuto di lavorare con lui, Weinstein l’avrebbe ripetutamente aggredita verbalmente. «Urlava chiamandomi “t…a” e minacciandomi. Ricordiamoci che Harvey è l’emblema di un sistema malato e, a tal proposito, noi abbiamo del lavoro da fare».

Un lavoro da fare che, ovviamente, non riguarda solo Weinstein. In America, ad esempio, proprio in queste ore, a finire nell’occhio del ciclone per uno scandalo a luci rosse è stato anche un altro potente di Hollywood, il capo degli Amazon Studios Roy Price, accusato di molestie sessuali dalla produttrice Isa Hackett.
La donna ha raccontato di avere subito avances volgari e insistenti da parte del manager, che, ora, dopo un’inchiesta interna, è stato sospeso dall’azienda. «Avere potere e influenza è una grande responsabilità», ha affermato la Hackett. «Oggi ho sentito il bisogno di raccontare. Voglio denunciare il comportamento di Price nonostante per me sia difficile perché produco due serie con Amazon e amo questi programmi. Ma questo episodio mi pesa ed è difficile dimenticarlo. Non ho voluto raccontarlo prima perché non volevo distrarre l'attenzione dal mio programma e mettere a disagio le persone che ci lavorano e che hanno investito tanto in questi show».
 
 

Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 11:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA