Ordinamento giuridico: Fedriga, a Trieste utile scambio saperi

Martedì 16 Ottobre 2018
Giuristi di diversi Paesi a confronto su tutela cautelare

Trieste, 16 ott - In un processo, sia esso civile o amministrativo, contabile o tributario, il giudice deve fare in modo che nel lasso di tempo che intercorre tra l'inizio dello stesso e la pronuncia della sentenza definitiva, non vi sia un deterioramento dei beni o un depauperamento del patrimonio in discussione, o più in generale non subiscano modifiche definitive gli interessi e i diritti in gioco, con un possibile danno per la parte che avrà ragione. Nasce da questa esigenza la cosiddetta tutela cautelare, ovvero la tutela che un giudice pone in essere rispetto a quanto oggetto del contenzioso.

Con queste parole la presidente del Tribunale Amministrativo Regionale per il Friuli Venezia Giulia, Oria Settesoldi, ha spiegato in termini semplici il concetto di tutela cautelare, che oggi a Trieste è stato al centro di un confronto internazionale di studio in cui giudici ed amministrativisti di sei Paesi (Italia, Croazia, Germania, Lettonia, Slovenia e Spagna) hanno dibattuto sulle modalità di tutela cautelare previste nell'ambito delle rispettive giurisdizioni di appartenenza e dei rispettivi processi amministrativi.

Tema di grande rilevanza, così ancora Settesoldi, in quanto "nonostante, specie nel giudizio amministrativo si siano fatti passi avanti nella velocizzazione del giudizio, vi sono comunque dei tempi tecnici da rispettare che non possono essere ridotti per garantire il più ampio contradditorio tra le parti. Per cui è inevitabile che la situazione del richiedente giudizio possa essere compromessa se non interviene un provvedimento cautelare".

Di "importante iniziativa, ospitata nel palazzo della Regione perché riteniamo che contribuisca a migliorare il rapporto tra la Pubblica amministrazione e il cittadino", ha parlato il governatore Massimiliano Fedriga nel suo saluto introduttivo.

"Credo che lo scambio di conoscenze ed esperienze possa contribuire ad affrontare qualunque problema nel migliore dei modi", ha detto, mettendo in evidenza che il confronto sulle migliori pratiche è il metodo adottato dall'Amministrazione, per "creare quell'alleanza istituzionale tra i diversi settori che aiuta a superare i problemi prima che possano essere riscontrati, e quindi per anticipare possibili contenziosi".

Da qui il plauso di Fedriga all'organizzazione per aver promosso un confronto di livello internazionale e la conferma che la Regione continua a essere a disposizione per ospitare e supportare iniziative di questo genere, "per fare del Friuli Venezia Giulia un fertile terreno d'incontro".

Pur in presenza di alcune esperienze differenziate, emerse anche nel dibattito di oggi, c'è una matrice comune del diritto e della cultura europea - ha sottolineato Marco Lipari, presidente della III Sezione del Consiglio di Stato, che ha tratto le conclusioni della giornata - che sta concretamente influenzando il modo di ragionare e di decidere dei giudici. Nella sostanza nonostante le diversità linguistiche, storiche e giuridiche, è avvenuta a velocità impressionante una convergenza dei sistemi, anche grazie all'Unione europea, che ha introdotto regole che hanno imposto omogeneità alle discipline e hanno portato ad un avvicinamento anche culturale. Con il risultato che i parametri di giudizio sono sostanzialmente gli stessi e si trova un equilibrio a tutela dei diritti fondamentali e degli intessi pubblici e privati".

Il convegno è stato organizzato dal Tar del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Regione, la Scuola Superiore di Magistratura e l'Associazione degli Avvocati amministrativisti Fvg. ARC/PPD

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