Decreto dignità: Rosolen, approccio prudente per stima ripercussioni

Giovedì 19 Luglio 2018


Trieste, 19 lug - "Serve un approccio molto prudente per stimare implicazioni e ripercussioni del cosiddetto decreto dignità per il Friuli Venezia Giulia. Il primo passo è definirne il perimetro di applicabilità".

Lo sottolinea l'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, precisando che "ci sono tre scenari possibili che il decreto può spalancare, ammesso e non concesso che non venga modificato in sede di conversione, anche in componenti rilevanti. Il primo: riduzione della domanda di lavoro, e quindi contrazione dell'occupazione. Questa è l'ipotesi implicitamente contenuta nella stima dell'Inps. Seconda possibilità: aumento del turn-over tra lavoratori, con domanda di lavoro (a termine) sostanzialmente costante. Secondo questa interpretazione, le imprese potrebbero decidere di avviare rapporti di lavoro con altri lavoratori, con l'effetto di un aumento del turn-over, mantenendo pertanto almeno stabile la domanda di lavoro a termine. Questo scenario determina la crescita della frammentazione dell'offerta di lavoro. Terza ipotesi, la più ottimistica: calo della domanda di lavoro a termine compensata dal ricorso ad altre tipologie contrattuali. In questo caso il datore di lavoro potrebbe ricorrere ad altre forme contrattuali: dal tempo indeterminato (il caso sicuramente più favorevole, poi esplicitamente perseguito come ratio del decreto), al lavoro occasionale, intermittente, tramite partite iva, nonché forme di esternalizzazione di attività e una diversa organizzazione del lavoro (ad es. più straordinari)".

"Nel complesso - indica Rosolen - è difficile quantificare i comportamenti delle imprese rispetto agli scenari ipotizzati. Molto dipenderà dal settore di riferimento, dalla dimensione di impresa, dall'organizzazione del lavoro, dalla cultura imprenditoriale".

"Allo stato - aggiunge - disponiamo di valutazioni parziali: secondi i numeri forniti dagli uffici regionali, nel 2017 in Fvg sono stati assunti 160.640 lavoratori da 39.967 imprese. Il numero complessivo di contratti a tempo determinato (compresa la somministrazione di lavoro) è pari a 187.256 e rappresenta il 66,49% del totale delle assunzioni avvenute nel 2017. Sono circa 4.600, pari al 6,5%, i contratti che potrebbero essere interessati all'applicazione della nuova normativa. Tale quota è più elevata per i contratti a tempo determinato (15,4%), piuttosto che per la somministrazione (3,3%). Da questi numeri, che devono essere sempre presi con la massima cautela e integrati con quelli del 2016, si possono fare delle proiezioni, ma non possiamo ricavare certezze".

"La direzione regionale al lavoro - assicura l'assessore - continuerà a osservare il fenomeno nei prossimi mesi attraverso l'Osservatorio. Non solo. Prezioso e doveroso sottolineare come le politiche attive del lavoro possano introdurre incentivi e opportunità per indirizzare i comportamenti delle imprese in senso favorevole per i lavoratori. In Friuli Venezia Giulia ci sono incentivi già a favore di quei datori di lavoro che stabilizzino soggetti che abbiano una condizione occupazionale precaria. La misura si riferisce, in particolare, a donne (indipendentemente dall'età anagrafica) e agli uomini che abbiano compiuto il cinquantesimo di età, che nei precedenti cinque anni abbiano prestato la loro opera, anche a favore di diversi datori di lavoro, per un periodo complessivamente non inferiore a diciotto mesi, in esecuzione di tipologie contrattuali lavoristiche flessibili, tra cui il contratto di lavoro a tempo determinato e i rapporti in somministrazione". ARC/PPD/com

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