Cooperazione: Serracchiani, strategia Fvg ha garantito Esof 2020

Venerdì 22 Settembre 2017
Roma, 22 set - "Il successo della candidatura di Trieste a capitale europea della scienza (Esof 2020) è un esempio di buona prassi in termini di cooperazione territoriale in quanto il conseguimento di questo obiettivo è stato anche il risultato della capacità, da parte della Regione, di coinvolgere l'area dei Balcani grazie al lavoro di relazione e di cooperazione attuato con quei paesi".

Lo ha rimarcato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, nel corso del convegno "Cooperazione territoriale e politiche di coesione: tra risultati e prospettive", organizzato a Roma dall'Agenzia per la coesione territoriale in occasione della Giornata della Cooperazione Europea che viene celebrata ogni anno con più di 170 eventi locali e nazionali realizzati in oltre 30 Paesi, coinvolgendo circa 10mila persone in tutta Europa.

Per la presidente è stata anche l'occasione di fare un ragionamento sul ruolo dell'Agenzia e del dipartimento delle Politiche di coesione territoriale che offrono una cabina di regia importante sul tema della cooperazione, rispetto ad un passato in cui "ogni singola Regione si muoveva per proprio conto, a seconda della buona volontà della politica o delle strutture amministrative".

In questo senso, secondo Serracchiani, il ruolo delle Regioni ha assunto uno spessore più alto con l'obiettivo di operare seguendo una visione strategica capace di far leva sulla cooperazione territoriale e su un uso lungimirante dei fondi europei. L'Italia che prima progettava troppo poco, ha poi seguito il processo inverso, dando vita ad una sorta di bulimia progettuale a livello europeo associata ai problemi legati alla rendicontazione.

Su quest'ultimo aspetto, ha spiegato la presidente Fvg, un grosso aiuto alle Regioni lo ha dato la programmazione europea 2014-20 che, rispetto alla precedente, ha indotto le Amministrazioni regionali a individuare delle priorità canalizzando in questo modo gli interessi ed evitando improduttive frammentazioni.

E proprio sulla rivalutazione della strategia territoriale ha insistito Serracchiani, perché, anche se è una voce che non dispone di risorse come i programmi, rappresenta la visione di futuro su cui poi costruire i progetti. Citando l'esempio del Friuli Venezia Giulia, la presidente ha ricordato la collaborazione che accomuna la Regione alla Slovenia o la Serbia e i conseguenti singoli accordi settoriali legati ai pilastri delle strategie macroregionali. Da qui, come detto, l'esperienza positiva di Trieste capitale della scienza, la cui candidatura ha potuto contare sulla partecipazione dei Paesi dell'area balcanica.

Ci sono poi anche le buone prassi degli altri, come ha rimarcato la presidente citando l'esempio della Germania la quale, già oggi, pensa a come sovrapporre e armonizzare la propria programmazione con il suo semestre di presidenza del Consiglio dell'Unione europea (luglio-dicembre 2020).

Sul fronte delle difficoltà di rapporto con Bruxelles, Serracchiani ha invece messo in luce lo stato di impasse sofferto nell'anno elettorale del Parlamento europeo, quando i rapporti istituzionali e amministrativi di fatto hanno subito uno stop di 12 mesi che ha creato non pochi problemi all'espletamento della fase di programmazione.

Infine, la presidente ha voluto approfondire il discorso della semplificazione, in particolare per quel che riguarda la stesura dei rendiconti. Serracchiani ha proposto una soluzione che non miri all'abbassamento della soglia economica del progetto ma che punti sulla premialità, ovvero sull'individuazione di un settore strategico, come ad esempio la scienza e la ricerca, all'interno del quale un gruppo di Regioni, anche a livello transfrontaliero, si dimostrino capaci di condividere dei progetti innovativi in grado di favorire sviluppo, competitività e crescita del territorio. ARC/GG/fc

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