Scuola, Valditara: «Lo psicologo nelle classi, assistenza permanente per gli studenti con criticità»

Il ministro dell’Istruzione: «Supporto ai prof aggrediti e contrasto al bullismo»

Sabato 3 Giugno 2023 di Ernesto Menicucci
Valditara: «Lo psicologo nelle classi, assistenza permanente per gli studenti con criticità»

Ministro Giuseppe Valditara, la scuola italiana è afflitta da diversi problemi, tra cui forse il più grave rimane quello della dispersione scolastica. Cosa fare?
«Le posso dare un’anticipazione.

Venerdì, in Calabria, presenterò “l’Agenda Sud”, che va proprio a combattere questo fenomeno».


I contenuti?
«I dettagli li spiegheremo in una conferenza stampa sul territorio, mi sembra rispettoso delle istituzioni locali e del personale scolastico. Si tratta di un progetto pilota, che parte da 150 scuole selezionate attraverso le valutazioni dell’Invalsi. Una sfida per dare ai ragazzi delle regioni meridionali del Paese le stesse opportunità di successo formativo, per unire l’Italia colmando il gap che c’è tra Nord e Sud, sia in termini di abbandoni scolastici sia di competenze specifiche».


Insistiamo: qualche elemento in più?
«Posso dire che questa volta ci saranno delle risorse dedicate».


Mettiamola così allora: come si colma la distanza Nord-Sud nella scuola italiana?
«Alcuni passaggi già li abbiamo messi in campo e possono essere utili per questo scopo: un esempio è la personalizzazione della didattica con la istituzione del docente tutor e del docente orientatore, con una didattica anche extracurriculare che allunga il tempo scuola per chi ne ha bisogno, pagando i docenti che si dedicheranno a questa attività, poi gli interventi sulle mense e sulle palestre degli istituti scolastici, con risorse dedicate specificamente alle scuole del Mezzogiorno. Il progetto che presenteremo venerdì aggiunge dei tasselli ulteriori per il Sud».


Lei ha annunciato una profonda revisione dell’organizzazione scolastica: eliminazione delle reggenze dei presidi, accorpamento di plessi, nuove norme per far nascere una “istituzione scolastica”, cioè di istituti che abbiamo la loro presidenza. Ci spiega meglio?
«Allora, il primo punto, fondamentale, è che non ci sarà neppure una scuola in meno in Italia. Chi aveva il proprio edificio scolastico sotto casa, nel proprio Paese o in quello a fianco, continuerà ad averlo. Per rispondere alle richieste di razionalizzazione della Ue, agiremo però sugli accorpamenti delle presidenze e toglieremo il limite minimo di 400 studenti per poter creare un’autonomia scolastica».


Cioè?
«Starà alle Regioni organizzarsi. Noi daremo un numero di autonomie scolastiche per ogni regione, poi saranno le autorità regionali a decidere se e dove serve una autonomia scolastica, con un dirigente, un suo bilancio, una sua pubblicazione di atti».


Cosa comporta per la scuola e per chi ne usufruisce?
«Nell’arco di 9 anni elimineremo le attuali 866 reggenze, cioè istituzioni già oggi senza titolare, rette dal preside di un’altra scuola, accorpandone 633, così che i presidi che oggi reggevano due autonomie avranno minori attività burocratiche: per esempio un solo bilancio anziché due. Se avessimo applicato la normativa vigente avremmo avuto ulteriori 149 autonomie scolastiche in meno. Questa razionalizzazione ci permetterà di avere un “tesoretto” che crescerà negli anni, dai 2,6 milioni di euro del 2024 fino agli 88 milioni del 2032 di fondi risparmiati: questi risparmi resteranno nel sistema scolastico, in particolare migliorando il trattamento economico di presidi e personale amministrativo».


E cosa cambia per alunni e famiglie?
«Scuole più efficienti, con servizi migliori. E ci sarà una maggiore flessibilità organizzativa per le Regioni, che potranno considerare le peculiarità e le esigenze del territorio».

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Una delle piaghe scolastiche è anche quella del bullismo e delle aggressioni ai prof, come dimostra anche l’ultimo episodio di Abbiategrasso. Come pensate di intervenire?
«Premesso che quello di Abbiategrasso è un episodio particolare, che ha una sua specificità, c’è un problema di disagio psicologico, spesso connesso al post Covid. Abbiamo un tavolo di lavoro presso il ministero e una proposta è quella di istituire in modo permanente e generalizzato una assistenza psicologica a favore di tutte quelle scuole in cui ci sia necessità, cioè dove vi siano studenti che abbiano evidenziato criticità, naturalmente d’intesa con le famiglie».


Che idea si è fatto dei ragazzi di questa generazione?
«Avendo frequentato molto le scuole in questi 7 mesi, ho trovato tanti giovani motivati, responsabili, pieni di interessi. Bisogna, però, saper accendere il loro entusiasmo, per questo credo nella personalizzazione dell’insegnamento. Occorre motivarli, saper dare una prospettiva ai loro talenti, alle loro speranze. Ho visto anche ragazzi con problematiche gravi alle spalle che con la didattica giusta si sono trasformati, e sono stati pienamente recuperati».


Come si fa?
«Accendendo quelle lampadine che ogni giovane ha dentro di sé, puntando su personalizzazione della didattica e orientamento. Anche il bullo può cambiare, se gli si danno regole certe, cultura del rispetto e se si restituisce autorevolezza agli insegnanti nella società e nelle scuole».


Lei ha detto spesso: non c’è un’istruzione di serie A e una di serie B.
«Tutti i percorsi scolastici hanno pari dignità, per questo la mia visione di scuola è diversa da quella di Giovanni Gentile che metteva al vertice della piramide il Classico, poi lo Scientifico e in fondo gli altri. Ogni percorso ha pari dignità, come ogni intelligenza ha una identica importanza».


La Maturità sarà pre-Covid.
«E il colloquio orale, non una interrogazione rigorosamente disciplinare, consentirà di capire quanto effettivamente si è assimilato in termini di contenuti e in termini di metodo».


I Giochi della Gioventù?
«Crediamo molto nei valori che insegna lo Sport: saper lavorare in squadra, accettare le regole, imparare lo spirito di sacrificio e impegnarsi, comportarsi con lealtà, rispettare l’avversario. È anche quello che la scuola deve insegnare alla politica».


L’intervista al Riformista di Renzi è una prova di dialogo con le opposizioni?
«Io dialogo con tutti quelli che hanno voglia di dialogare, da sempre».

Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 12:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA