Non rispetta i criteri di meritocrazia: per questo il test di ingresso dello scorso anno, alla Facoltà di Medicina, è stato bocciato dal Tar del Lazio.
LA SEGNALAZIONE
Gli studenti potevano svolgerlo in due sessioni diverse. I ricorrenti hanno però posto all’attenzione del Tar la questione dell’equità dei test e i giudici hanno infatti rilevato che le prove non sono risultate omogenee tra loro, favorendo così un candidato rispetto ad un altro senza tenere conto del reale merito. I giudici hanno quindi bocciato il Tolc-Med così come è stato presentato nel 2023 ma non ci saranno provvedimenti su quanto è stato già fatto. Significa che tutti gli studenti che si sono immatricolati resteranno al loro posto, gli altri invece rimarranno fuori. Non potranno infatti scorrere le graduatorie, quindi chi aspetta di entrare resterà deluso.
«Nonostante il Tar abbia correttamente rilevato una serie di aspetti di illegittimità - affermano gli studenti dell’Udu, l’Unione degli universitari - la soluzione che ha messo in campo rischia di creare disparità ed ingiustizia ancora peggiori». Di fatto vengono bloccate le successive immatricolazioni per scorrimento: «Ciò, evidentemente non ristora chi ha impugnato la graduatoria - sottolinea l’Unione universitari - né pone rimedio ai danni del sistema Tolc-Med ma, anzi, si limita a creare un’ulteriore disparità, lasciando, inoltre, un migliaio di posti non assegnati. Auspichiamo che il Ministero e il governo o il Consiglio di Stato, che tra qualche giorno si pronuncerà sulla richiesta di ammissione sovrannumeraria dei ricorrenti, pongano vera giustizia per i tanti studenti pregiudicati da un sistema, secondo il Tar Lazio, illegittimo».
LA PROPOSTA
La ministra all’Università e ricerca, Anna Maria Bernini, ha da sempre sostenuto di voler trovare una nuova strada per l’accesso a Medicina e i lavori sono in corso: per quest’anno il Tolc è stato posticipato da febbraio al mese di aprile e avrà un’unica banca dati per le domande del test.
Sarà una batteria di domande pubblica e nazionale su cui i candidati potranno esercitarsi. Ma questa modalità è solo transitoria: probabilmente infatti avrà vita breve, visto che sono in discussione al Senato due disegni di legge per la riforma dell’accesso. La proposta prevede infatti di far frequentare a tutti gli aspiranti medici il primo semestre nelle facoltà come Biotecnologie mediche e Scienze motorie e sportive. Poi a gennaio, tutti coloro che hanno superato gli esami di Fisica medica, Biologia cellulare e genetica, Principi di anatomia umana, potranno iscriversi al test.
Solo da lì poi si determinerà la graduatoria nazionale e l’accesso alle singole università. La discussione è aperta e sul tema, ieri, è intervenuta anche la Crui, la Conferenza dei rettori, che ha deliberato la costituzione di una commissione di esperti, composta dal mondo accademico, che lavorerà per presentare una proposta per il 2025. «L’obiettivo - ha dichiarato la presidente Giovanna Iannantuoni - è sempre un equilibrio fra le esigenze delle parti in causa e la priorità irrinunciabile di tutti noi: la qualità dei medici di domani e quindi del sistema».