La specie «Homo» ha rischiato l'estinzione. La colpa? Il cambiamento climatico: lo studio pubblicato su “Science”

La scoperta di un gruppo di scienziati cinesi e di due paleo-antropologi italiani

Venerdì 1 Settembre 2023
Con la specie «Homo» abbiamo rischiato l'estinzione. La colpa? Il cambiamento climatico: lo studio pubblicato su «Science»

Una tragedia lenta, durata 117 millenni. È quella che si abbattè sull'umanità 900mila anni fa, portando a un crollo demografico del 98,7% e alla quasi estinzione dell'uomo. La causa? Ancora una volta, il cambiamento climatico

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La scoperta

È stata pubblicata oggi su «Science», la rivista scientifica dell'American Association for the Advancement of Science, una ricerca che ha dell'incredibile. Realizzata da un gruppo di scienziati cinesi e da due paleo-antropologi italiani - Giorgio Manzi della Sapienza di Roma e Fabio Di Vincenzo del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze -, la ricerca ha visto l'analisi dei genomi completi di 3.154 individui moderni appartenenti a cinquanta diverse popolazioni umane.

Attraverso un metodo bioinformatico innovativo, e andando a ritroso fino a quando la nostra specie non esisteva ancora, sono state identificate piccole tracce lasciate dai nostri antenati, a partire dalle quali è stato possibile calcolare la situazione demografica delle popolazioni del passato. Da qui è stato quindi possibile stabilire che  900 mila anni fa ci fu un vero e proprio collasso catastrofico, confermato anche dalle evidenze fossili. Quando il genere Homo comparve in Africa, infatti, lasciò moltissime tracce archeologiche.

Tracce che poi, a partire da 950 mila anni fa, scomparsero quasi del tutto. Un fenomeno simile a quello che avvenne anche in Europa, dove 1,1 milioni di anni fa, a causa di un periodo di freddo intenso, scomparvero quasi tutti gli abitanti. Per trovare tracce di una nuova umanità, bisognerà aspettare 300 millenni, con l'arrivo di una nuova specie, l'Homo heidelbergensis, completamente diversa. 

Colpevole fu il cambiamento climatico. Tra cicli glaciali e interglaciali, furono numerose le ondate di estinzioni, sia per gli animali sia per i nostri antenati. Come spiegato nell'articolo di Telmo Pievani sul Corriere della Sera, «la quasi estinzione c’è stata davvero e all’uscita dal collo di bottiglia abbiamo trovato un’umanità nuova. Questo non sorprende perché, come hanno insegnato i paleontologi Stephen J. Gould e Niles Eldredge, quando nell’evoluzione per cause ambientali una popolazione viene drasticamente ridotta, tendono ad accumularsi rapidamente cambiamenti genetici che possono portare alla nascita punteggiata di nuove specie».

Cambiamenti che infatti ci sono stati, e che hanno dato un grande contributo all'evoluzione umana. A partire da quel momento, i gruppi di Homo heidelbergensis si spostarono in tutta l'Eurasia, dando origine in Europa ai Neanderthal e in Asia ai Denisovani. Da loro, infine, nascerà anche l'Homo sapiens.

«Siamo letteralmente i figli delle poche migliaia di superstiti che riuscirono a passare attraverso quella strettissima cruna d’ago, a resistere in pochi rifugi alle inclementi condizioni ambientali durate per decine di millenni. Dobbiamo la nostra esistenza a una catastrofe climatica, il che fa doppiamente impressione se pensiamo che adesso il clima sta cambiando in modo molto più veloce di allora e, questa volta, per causa nostra. Certo, oggi siamo ben più attrezzati di 900 mila anni fa, ma questa scoperta inattesa insegna quanto può essere drammatico il costo di una crisi climatica. Il pianeta è molto più forte di noi», conclude Pievani.

 

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