Anche la giustizia amministrativa ha il suo caso “Palamara”, tra nomine di magistrati e sentenze pilotate al Tar del Lazio.
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Quest’ultima avrebbe «conferito, in violazione dei doveri di imparzialità della pubblica amministrazione, plurimi incarichi legali e di consulenza allo studio Tedeschini», per un totale di oltre 142mila euro liquidati. Ma gli importi potrebbero andare al rialzo, considerato che «esistono altri incarichi non oggetto ancora di fatturazione, per i quali il legale intende rivendicare la sua parte»: 54.630 euro dalla Provincia di Imperia, 208.950 euro dalla società Maticmind e 13.061 dall’Istituto Seraficum. In cambio Tedeschini accreditava 10.688 euro sul conto bancario del collega Sicco per «un’attività di consulenza mai prestata» e prometteva «l’intervento presso ambienti politico-istituzionali che favorissero la nomina della Checcucci a capo dipartimento o dirigente di una delle neo costituite Unità di struttura destinate a governare i progetti di investimento del Pnnr presso il ministero per il Sud o presso il ministero della Transizione ecologica». Il capo di gabinetto del ministero per il Sud, Francesca Quadri (non indagata), sarebbe il contatto che millantava di avere Tedeschini, in quanto moglie del suo amico Maurizio Greco, avvocato dello Stato (non indagato).
«IL GIUDICE AMICO NOSTRO»
«Dalle vicende emerse - si legge nell’ordinanza del giudice Roberta Conforti - appare evidente come negli ambienti istituzionali sia fatto notorio la capacità di penetrazione e di influenza dell’avvocato Tedeschini in scelte di alta amministrazione». Il legale 74enne «mette a disposizione dei propri clienti non soltanto la sua professionalità - spiega il gip - ma, soprattutto, collaudati rapporti e crediti personali con pubblici ufficiali in posizioni apicali nelle pubbliche amministrazioni di interesse; ovvero, i suoi rapporti con magistrati in servizio presso la giurisdizione amministrativa». Proprio tramite questa rete di contatti, Tedeschini si spende per «favorire la carriera del dottor Russo», definito dall’avvocato Covino «il giudice amico nostro». Così, quando il magistrato del Consiglio di Stato ottiene finalmente la presidenza della III sezione del Tar del Lazio, Tedeschini si «attiva per accelerare la registrazione del decreto di nomina alla Corte dei Conti». «Non posso escludere che lui (con riferimento al consigliere Forlenza) cerchi di non far registrare il decreto», spiega preoccupato Russo a Tedeschini, che lo tranquillizza: «Guarda chiamo Villani Marco (non indagato, ndr) che è vice presidente dell’associazione dei magistrati in Corte dei conti (...) Una persona come te, trasparente, amico, perbene... se serve sappilo che abbiamo questo uomo».
In cambio, secondo i pm, Russo «metteva le funzioni giurisdizionali rivestite a disposizione dell’avvocato Tedeschini al fine di favorirlo in cause di interesse di quest’ultimo». Sono tre i contenziosi citati nelle carte: uno riguarda un ricorso fatto dal legale contro il rifiuto del ministero dell’Istruzione a riconoscere come Università la fondazione Ymca Italia, di cui lo stesso Tedeschini è presidente. «L’unica cosa che chiedo è una sospensiva (...) in un collegio in cui ci stai pure tu. Io ti ho preparato le carte, gli dai una guardata, se giovedì puoi darci una mano». L’esito però, in questo caso, è sfavorevole per Tedeschini, anche perché il giudice relatore non è Russo. Invece il legale ha vinto altre due cause in cui difendeva lo studio Martini Ingegneria srl, escluso inizialmente dal concorso di progettazione per la riqualificazione urbanistica di piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini di Roma. Russo, presidente del collegio che avrebbe trattato il giudizio, comunica a Tedeschini di aver «trovato una soluzione»: «Ti farò una domanda sulla illuminotecnica e a che serve nell’economia dell’appalto (...) Ho trovato una bella sentenza, io ravano, ravano, finché non trovo».