Per avvicinarle sui social, su Instagram, Facebook e WeChat si presentava come l’ammiratore numero uno: «Sono un tuo fan, mandami una foto», scriveva. Poi, faceva complimenti per gli scatti pubblicati, chiedeva di fare selfie insieme, metteva like in continuazione alle fotografie. E, alla fine della conversazione, si informava sulla scuola e sulla palestra frequentate dalle vittime. Poi, le invitava a casa, proponeva di andarle a prendere al termine delle lezioni, offrendosi di aiutarle a fare i compiti, le faceva ballare, faceva guardare loro cartoni animati, preparava merende a base di alcolici e proponeva di guardare film erotici. Un invito rivolto a nove bambine che, all’epoca dei fatti, tra il 2015 e il 2020, avevano meno di 14 anni. Una di loro ne aveva solamente dieci. Ora, con l’accusa di adescamento di minori, detenzione e utilizzo di materiale pedopornografico, Claudio F., 53 anni, è stato rinviato a giudizio.
LE LUSINGHE
Tra agosto e settembre del 2019 l’uomo ha contattato una bimba di soli 10 anni tramite Instagram.
SERVIZI FOTOGRAFICI
Per entrare in confidenza, avrebbe proposto loro di posare in servizi fotografici ambientati nella sua casa e in location esterne. E ancora: durante i pomeriggi avrebbe dato loro, insieme alla merenda, bevande alcoliche. Poi avrebbe iniziato a inviare alle ragazzine delle sue fotografie senza vestiti. In diverse occasioni, si legge nel capo di imputazione, «si offriva di andarle a prendere a scuola, sostituendosi ai loro genitori previo invio della copia di un documento di identità». Una frequentazione che, come ricostruito dagli inquirenti, è andata avanti dal gennaio del 2015 fino al 26 gennaio del 2020.
LA PERQUISIZIONE
L’imputato è accusato anche di avere divulgato materiale pedopornografico: a una delle ragazzine, in una chat su Whatsapp, ha inviato «foto di bambine in pose sensuali e seminude», si legge nel capo di imputazione. Anche in questo caso gli scambi di messaggi sono andati avanti per anni: dal febbraio 2017 al gennaio 2019. L’uomo è pure accusato di detenzione di materiale pedopornografico: sul cellulare e sul suo computer - entrambi analizzati nel 2020 - sono state trovate 31 fotografie che ritraevano minori in atti sessuali. Di tutte queste accuse il cinquantatreenne ora dovrà difendersi a processo. A incastrarlo, le chat sui social, decisamente esplicite, ma anche le dichiarazioni delle vittime, che sono state ascoltate dagli investigatori dopo la denuncia presentata da una delle mamme delle ragazzine.