Strade killer a Roma, dalla Aubry a Leo Lamma tutte le vittime delle buche. I genitori: «Senza quelle voragini sarebbero vivi»

Dall’Ostiense a Corso Francia buche sotto accusa come causa degli schianti

Giovedì 9 Marzo 2023
Strade killer a Roma, dalla Aubry a Leo Lamma tutte le vittime delle buche. I genitori: «Senza quelle voragini sarebbero vivi»

Tracce colorate di giallo sulle buche di via Ostiense. Un disperato tentativo di avvertire i centauri come la sua amata Elena che lì, sull'asfalto, ci sono buche killer. Le stesse che secondo il Codacons a Roma provocano circa 5000 incidenti all'anno, il 98% a danno di motociclisti. Elena Aubry, la forza e la lucidità della mamma Graziella Viviano, hanno creato uno spartiacque nella storia della Capitale. Gli occhi chiari, il sorriso della giovane motociciclista 26enne, morta il 6 maggio del 2018, rimangono indelebili nella memoria dei romani, diventando quasi un manifesto del dolore per le vittime delle strade e della lotta dei familiari per cercare la verità. Accanto al volto d'angelo di Elena (il processo inizia nel 2024), ce ne sono tanti altri purtroppo, alcuni giovanissimi come lei. Spesso la polemica si incentra proprio sulla mancata manutenzione delle strade.
LA RABBIA
C'è Elena che perse la vita su via Ostiense dove è stato posto il limite dei 30 km all'ora, quasi un tentativo di difesa a oltranza in caso di eventuali incidenti. «Il 30 all'ora - ha commentato recentemente mamma Graziella - significa "tagliare" un'arma alla magistratura, perché "se vai a 35 all'ora e cadi su una buca, radice, o qualsiasi altra anomalia della strada, "correvi" e la colpa è sempre "tua"».
Accanto al dolore di mamma Graziella c'è quello della famiglia di Leonardo Lamma, morto a 19 anni, il 7 aprile dello scorso anno a bordo di una moto mentre percorreva corso Francia.

I genitori imputano da sempre la perdita di controllo del veicolo alla mancata manutenzione del manto stradale, un avvallamento sul quale il giovane, amico di Gaia e Camilla (travolte su corso Francia), è scivolato con la sua moto.

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A novembre la Procura decise di chiedere l'archiviazione del caso e dell'inchiesta che era stata aperta per omicidio stradale.
Un altro volto strappato alla vita è quello di Luca Tosi Brandi, morto a 20 anni, a bordo della sua Yamaha 125, 12 dicembre del 2018. Stava tornando a casa dopo aver sostenuto un esame presso la facoltà di Scienze infermieristiche all'ospedale Sant'Andrea: su via Labaro, poi, la tragedia.

 


LE LACRIME
«Mio figlio - disse il papà Luigi Tosi Brandi - si è ritrovato catapultato contro lo spigolo del cancello di una villa. Nemmeno il casco integrale lo ha salvato». Nel 2021 ci fu un rinviò a giudizio per i responsabili della ditta incaricata della manutenzione della strada. Tante le famiglie delle vittime continuano a combattere, tante quelle convinte, insieme ai residenti, che a causare la morte spesso siano state le buche, le migliaia di avvallamenti e dossi che costellano a macchia di leopardo gran parte delle strade di Roma. E non c'è distinzione tra periferia e Centro. Sulla Cristoforo Colombo trovò la morte a venti anni Matteo Giovannetti: nel mirino dei pm finirono i lavori di manutenzione della strada. Anche sulla morte di Daniel Guerini, calciatore della Lazio Primavera, che perse la vita il 24 marzo del 2021 a seguito di uno schianto su viale Palmiro Togliatti tra la Smart su cui viaggiava e una Mercedes, ci furono enormi polemiche sulle condizioni della strada, considerate «pericolosissime» da sempre dai residenti. Dalla periferia al Centro, dalle moto e le auto, fino ai monopattini: il 9 novembre venne trovato a terra in via Anapo, al quartiere Trieste, in una pozza di sangue dopo essere caduto con il monopattino Antonio Supino, 63 anni. Anche in questo caso si parl, subito dopo l'incidente, di una maledetta buca.

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