Calabroni a Roma, è allarme. L’esperto: «Il loro veleno colpisce il sistema nervoso»

Un uomo è stato punto all’orecchio e ricoverato in codice rosso al Campus Biomedico, a Trigoria

Giovedì 13 Luglio 2023 di Alessia Perreca
Vespa Crabro( Calabrone Europeo)

Le ali sono colore rosso - arancio mentre l’addome presenta delle righe gialle e marroni. Eccolo l’identikit della vespa Crabro, conosciuta comunemente con il nome di calabrone, la specie più grande di vespe europee diffusa fino a pochi anni fa nel Nord dell’America e da diverse settimane anche nella Capitale dove si sono registrati ( pochi) casi di punture causate da questo insetto. Dopo i cinghiali e serpenti, a Roma è allarme calabroni

CHI SONO?

I calabroni fanno parte della famiglia degli imenotteri in cui rientrano anche le api e le formiche.

Sono diffusi in tutto il mondo. In Italia esiste il calabrone europeo, ma non è stata certificata nel nostro paese e nemmeno in Europa la presenza della Vespa mandarinia rispetto agli avvistamenti di un altro esemplare, di origine asiatica, la Vespa velutino, conosciuta come calabrone asiatico o dalle zampe gialle diffusa al nord Italia e segnalata in Toscana e raramente anche nelle Marche. 

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Perché sono considerati pericolosi rispetto alle api? «I calabroni europei - spiega al Messaggero l’esperto Andrea Lunerti - hanno un veleno neurotossico che colpisce il sistema nervoso dell’uomo. Coloro che vengono punti hanno in corpo una grande quantità di questa sostanza tossica che può comportare disturbi a livello neurologico».

A Roma, in queste ore un operaio è stato ricoverato in codice rosso presso il Campus Biomedico, a Trigoria, dopo essere stato punto all’orecchio da un calabrone. I sanitari sono riusciti a salvarlo dopo che i parametri vitali erano quasi inesistenti. L’uomo si trova ancora all'interno della struttura sanitaria per ulteriori accertamenti. Lo scorso giugno, nel quartiere Monteverde, è stato rimosso un nido di calabroni orientali - una specie che nella Capitale non era mai stata censita - e scongiurato il pericolo di possibili attacchi. «Questo tipo di insetti non attacca se non c’è un motivo. Peraltro - come è accaduto alle api - a causa delle forti piogge sono in netto ritardo per compiere il loro ciclo vitale». 

 

A cosa bisogna far attenzione? «Bisogna prestare attenzione ai rumori forti e alle vibrazioni perché gli insetti sono sensibili nei confronti del frastuono e vengono messi in allarme. È necessario - sottolinea Lunerti - essere cauti nell’attività del giardinaggio: perché spesso si può accidentalmente rompere il nido con conseguenti attacchi nei confronti dell’uomo. I calabroni nidificano ovunque e possiamo trovarli anche nei magazzini abbandonati oppure negli annessi domestici. Nel momento in cui il calabrone si avvicina a noi, consiglio sempre di non muoverci e mantenere la calma. Perché rischiamo di essere punti noi stessi, ma anche chi ci è vicino. Lo stesso può accadere quando mangiamo: sono molto attratti dal cibo. E se ci troviamo a consumare delle pietanze in un luogo aperto è opportuno utilizzare una lampada a Led oppure prendiamo un pezzettino di pesce e lo lasciamo in un piatto distante degli adulti e dei bambini. I Calabroni si allontaneranno da noi - aggiunge Lunerti - peraltro hanno bisogno di proteine per nutrire i loro piccoli. E sono anche predatori che si nutrono di api». «Ci sono anche le vespe orientalis, considerate pericolose perché la loro sostanza - iniettata - può creare seri danni al fegato. Entrambi i veleni entrano in circolo nell’immediato ed è importante intervenire tempestivamente», conclude l’etologo. 

COSA FARE IN CASO DI ATTACCO? Il Messaggero lo ha chiesto a Maurizio Soave del centro antiveleni del Policlinico Gemelli, a Roma. «Nessuna azione fai da te, ma è opportuno chiamare in ogni caso il centro antiveleno». «Il calabrone è un insetto che può dare molto dolore nel momento della puntura poiché a differenza delle api non rilascia l’aculeo. Le api scappano e muoiono mentre il calabrone può pungere anche più volte. Nell’immediato è sempre opportuno lavare e disinfettare con acqua fresca e poi applicare del ghiaccio ma avvolto in un panno di stoffa. Mai a contatto diretto con la cute. Infine, rivolgersi al centro antiveleno dove, con ogni probabilità. potrà essere consigliata una pomata cortisonica e antistaminica, a secondo della sintomatologia. In alcune circostanze può essere prescritta la terapia antibiotica se la cute è calda e presenta grossi edemi».

Numero centro antiveleno: 063054343

Ultimo aggiornamento: 18:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA