Roma, trans uccisa e gettata tra i rifiuti. La testimone: «Ho visto chi è stato»

Sabato 30 Luglio 2016 di Marco De Risi
Roma, trans uccisa e gettata tra i rifiuti. La testimone: «Ho visto chi è stato»


Uccisa, messa in un sacco dell'immondizia insieme ad una parrucca bionda e scaricata in un campo a Settecamini, l'estrema periferia di Roma, sulla Tiburtina. E' un mistero l'omicidio di Fernando Thiago Batista, 30 anni, una transessuale brasiliana, trovata ieri da una passante in un piccolo prato di sterpaglie confinante con una palazzina color ocra di quattro piani in via Mazzeo di Ricco. Una strada di poche centinaia di metri che finisce con una sbarra e poi il prato incolto dove è stato trovato il sacco con il cadavere avvolto in un piumino. Indossava una maglietta e dei calzoncini oltre la parrucca bionda ritrovata nel sacco. «Un posto sicuramente poco adatto per far sparire un cadavere» commenta a caldo un investigatore. Infatti il prato è piccolo ed è confinante con la palazzina.

LA TESTIMONE
A tal punto che esiste una testimone oculare che ha visto un uomo sbarazzarsi del cadavere ieri mattina, intorno alle 11. «Ero in balcone - ha raccontato la donna agli inquirenti - e ho visto un individuo trascinare un bidone dell'immondizia e scaricare un sacco. Mi sono insospettita e vi ho chiamati». C'è un platano, un nespolo e poi la breve sterpaglia che è stata scandagliata dagli uomini della polizia scientifica. La transessuale da un primo esame del medico legale è stata uccisa con una spranga o un oggetto pesante che le ha fracassato il cranio. Oggi sarà eseguita l'autopsia che potrà stabilire quando è avvenuto l'omicidio e le sue modalità. La morte potrebbe risalire a qualche giorno fa anche se l'assassino se ne è sbarazzato solo ieri mattina. Il corpo è stato identificato anche grazie a un tatuaggio.

 

 
LA DINAMICA
Una mossa incauta quella di abbandonare il cadavere alle undici del mattino con la possibilità di essere visto da molte persone e, quindi, di essere individuato. E' proprio questa mossa a rendere ottimisti gli investigatori della squadra mobile, diretta da Luigi Silipo, che indagano sull'omicidio. La testimone oculare, da lontano, ha visto l'uomo avvicinarsi al campo con il bidone e il cadavere e poi allontanarsi a piedi: l'uomo è uscito dalla sua visuale e, quindi, la donna non ha visto se l'assassino è poi fuggito su un'auto, come è presumibile che abbia fatto. C'è anche chi dice che possa essere scappato su un camion ma questa ipotesi, almeno per ora, non ha trovato riscontri. La strada del ritrovamento è parallela a largo Chiaro Davanzati e c'è un passaggio pedonale: percorrendolo si lascia via Mazzeo di Ricco e si sbuca davanti a un supermercato. Se l'assassino avesse percorso il passaggio pedonale in pochi secondi sarebbe sparito nel nulla e sarebbe potuto fuggire su un'auto senza problemi.

IMPRONTE E DNA
Gli agenti della sezione Omicidi, diretti da Andrea Di Giannantonio, hanno interrogato i residenti e per tutta la giornata hanno lavorato per dare un nome al cadavere. Si è cercato tra le foto segnaletiche e, grazie anche al tatuaggio, nel tardo pomeriggio la vittima era stata identificata. Intanto, altri agenti della Mobile hanno immediatamente interrogato le prostitute e i transessuali che operano nella zona. Sulla via Tiburtina, proprio all'altezza di Settecamini, la notte si ferma il traffico per le tante prostitute che si offrono lungo la strada. Ieri pomeriggio, davanti al bar di via Quintiliolo, il ritrovo dei residenti e che si trova a poche decine di metri dal luogo del ritrovamento del cadavere, in molti commentavano la notizia dell'omicidio. «Qui c'è troppa delinquenza - si è sfogata una signora -. E la colpa è anche dei residenti che affittano le case senza contratto a perfetti sconosciuti».
 

Ultimo aggiornamento: 13:11