Roma, sparò al ladro nel giardino di casa, assolto: «Era legittima difesa»

Venerdì 9 Dicembre 2016 di Michela Allegri
Roma, sparò al ladro nel giardino di casa, assolto: «Era legittima difesa»
Stava facendo un giro di controllo nel giardino della sua tenuta agricola, nella campagna romana. Da mesi subiva furti a ripetizione, così aveva deciso di ispezionare ogni sera il cortile con un fucile da caccia stretto in pugno. Poco prima di mezzanotte, si è imbattuto nell'ennesimo ladro. Spaventato e solo, Umberto C., pensionato di 72 anni, ha imbracciato l'arma e ha premuto il grilletto. A distanza di poche ore è stato arrestato per tentato omicidio. Dopo 10 mesi trascorsi ai domiciliari e due anni passati sul banco degli imputati, il giudice ha stabilito che l'anziano abbia agito per legittima difesa. All'ultima udienza del processo, Umberto è stato assolto da ogni accusa, nonostante la Procura avesse chiesto una condanna a 6 mesi di reclusione derubricando però il reato in lesioni volontarie.

LA PAURA
I fatti risalgono all'estate del 2014. Umberto, imprenditore romano, è il titolare di un'azienda agricola a Cesano, in via Prato Corazza. Nell'ultimo periodo i suoi possedimenti sono stati praticamente depredati. Ha subìto continui furti di bestiame e di attrezzi da lavoro. Tutti i colpi sono avvenuti di notte. Nonostante le denunce, l'anziano non si sente al sicuro. Teme di essere in pericolo. Così, decide di difendersi da solo: ogni giorno, prima di andare a dormire, perlustra il giardino armato di fucile calibro 12. Il 5 giugno, verso mezzanotte, il settantaduenne sta facendo la solita ronda serale, quando si imbatte in un ladro. Vede un uomo uscire in fretta dal capanno degli attrezzi. Quando lo sorprende e si avvicina, l'anziano si accorge che ha in mano un'accetta e dei cavi di rame.

IL SOPRALLUOGO
Umberto si spaventa: quella sera è da solo in casa con la moglie, che sta già dormendo. Il malvivente sembra andare verso di lui, e il settantaduenne si agita e preme il grilletto. Poi, chiama il 118 e i carabinieri. Il ladro è un romeno di 28 anni, non ha una dimora fissa e ha le spalle appesantite da diversi precedenti penali. Viene trasportato in codice rosso all'ospedale Sant'Andrea. Le sue condizioni sono gravi, ma non è in pericolo di vita. Viene anche denunciato per tentato furto. Nel frattempo, in via Prato Corazza arrivano i militari della stazione La Storta. Perquisiscono l'azienda agricola da cima a fondo e trovano una pistola e il fucile. Umberto viene arrestato.
Resta ai domiciliari per 10 mesi, accusato di tentato omicidio. Da una perizia balistica chiesta dalla Procura emerge che il ladro è stato colpito sul torace, ma in posizione laterale, come se si stesse voltando per scappare via. Questo dettaglio porta i pm a chiedere il processo a carico dell'imprenditore: il sospetto è che Umberto abbia sparato a un uomo in fuga, quindi non pericoloso. Ieri, a due anni e mezzo di distanza dai fatti, l'udienza conclusiva. Il pubblico ministero chiede la derubricazione dell'accusa in lesioni volontarie e sollecita una condanna a 6 mesi di carcere. Il giudice, però, dispone l'assoluzione di Umberto, difeso dall'avvocato Luca Rubolino, che ha sempre sostenuto la tesi della legittima difesa. «Il mio assistito voleva solo difendersi - commenta il penalista - il fatto che il ladro sia stato colpito sul torace, oltretutto, dimostra che non stava scappando».
 
Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 17:18