Roma, smantellata organizzazione camorristica: sessantuno arresti, sequestri per 10 milioni

Martedì 10 Febbraio 2015
Roma, smantellata organizzazione camorristica: sessantuno arresti, sequestri per 10 milioni

Arresti e perquisizioni a Roma nel quadro dell'"operazione Tulipano", un'indagine che ha portato all'individuazione di un'organizzazione di matrice camorristica che operava nella zona sudest.

I Carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 61 persone: perquisizioni sono state compiute in varie località di Roma e provincia, tra cui Frosinone e Viterbo ma anche L'Aquila, Perugia, Ascoli Piceno, Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Bari, Reggio Calabria, Catania e Nuoro.

Tra gli arrestati Domenico Pagnozzi, condannato all'ergastolo per l'omicidio Carlino del 2001 e soprannominato "ice" per i suoi occhi di giaccio, e Massimiliano Colagrande, uomo vicino all'estrema destra e già coinvolto nell'inchiesta «Mafia capitale».

Per gli inquirenti si tratta forse «dell'ultimo capitolo del dominio romano del clan Senese».

Il personaggio. Avrebbe ricoperto il ruolo di cassiere del clan Massimiliano Colagrande. È quanto ritengono gli investigatori. Colagrande sarebbe stato l'uomo di fiducia del capo dell'organizzazione, Domenico Pagnozzi, e avrebbe avuto il compito di curare parte delle attività di riciclaggio e reinvestimento nell'economia legale dei proventi delle attività illecite del sodalizio.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni,

usura, reati contro la persona, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi, illecita concorrenza con violenza e minacce, commessi con l'aggravante delle modalità mafiose e per essere l'associazione armata.

I sequestri Sequestrati beni per un valore di circa 10 milioni di euro, riconducibili ad alcuni dei 61 arrestati. In particolare ci sarebbero numerosi esercizi commerciali e società romane, immobili, ma anche

rapporti finanziari e veicoli per un valore stimato di 10 milioni di euro. Si tratta di sequestri di prevenzione finalizzati alla confisca, eseguiti sulla base di provvedimenti emessi dal Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

Tra gli esercizi sequestrati ci sono anche un negozio di orologi e due ristoranti del centro di Roma. Si tratta del negozio di orologi «Le ore del Mondo» in via Barberini e dei ristoranti «I Vascellari» in via dei Vascellari e «A Ciaramira» in via Natale del Grande nel rione Trastevere. Sequestrato anche il bar Tulipano in via del Boschetto e altri due bar, un distributore di gas, due autosaloni, il negozio di animali "Mondocane" in via San Giovanni Bosco e via Taranto e un negozio di frutta e verdura in via dei Fiori.

In tutto 30 gli immobili sequestrati di cui 28 a Roma e provincia, uno a San Martino Valle Caudina e uno a Isola Capo Rizzuto per un valore stimato di 4,8 mln di euro, 222 rapporti finanziari e bancari, 72 veicoli per 766mila euro e 20 società per 2.245.000 euro.

Il clan conosceva e rispettava Carminati. «Sono personaggi che si conoscono, non da un punto di vista personale, si rispettano e c'è il riconoscimento di ruolo tra i capi dei gruppi che operano sullo stesso territorio». Lo ha detto il procuratore aggiunto, Michele Prestipino, durante la conferenza stampa, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fossero rapporti tra il capo del gruppo, Domenico Pagnozzi, e quello di Mafia Capitale, Massimo Carminati. «Non c'è un tavolo di regia - sottolinea Prestipino - ma dalle intercettazioni si capisce che c'è contezza dell'altro. Ognuno sa dell'esistenza degli altri gruppi criminali che operano a Roma».

Il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, il generale Salvatore Luongo, ha spiegato: «Siamo convinti che il gruppo volesse espandere il proprio raggio di azione soprattutto per quanto riguarda le piazze di spaccio di droga. È un sodalizio criminale autoctono che nasce con matrice camorristica, ma si sviluppa nella capitale», ha aggiunto Luongo, sottolineando che «tra gli indagati ci sono esponenti di spicco della criminalità romana come Massimiliano Colagrande.

Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 20:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA