Maltempo a Roma, Raggi chiude le scuole: la protesta dei presidi

Lunedì 29 Ottobre 2018 di Lorenzo De Cicco e Marco Pasqua
Maltempo a Roma, Raggi chiude le scuole: la protesta dei presidi
«Virginia una di noi», scrivono sui social gli studenti, gli unici che esultano. Mamme e papà molto, molto meno: «Quindi domani sti ragazzini a chi li lasciamo? Li portiamo in Comune?», scriveva per esempio Emanuele M. - e non è l'unico - sotto al post di Facebook con cui la sindaca Raggi, ieri sera, annunciava la chiusura delle «scuole di ogni ordine e grado» della Capitale. Motivo? Troppo vento, più che la pioggia, spiegano i tecnici del Comune. C'è il pericolo, insomma, che vengano giù più alberi del solito. Anche i presidi, oltre ai genitori che da ieri sera hanno dovuto preparare un piano B alle lezioni, se la prendono col Campidoglio. Non tanto per la scelta di tenere chiusi i portoni, quanto perché «se basta il vento e la pioggia per minacciare la sicurezza degli studenti, significa che il Comune ammette le proprie responsabilità sulla mancata manutenzione di alberi, strade e scuole», come dice Mario Rusconi, capo dell'associazione presidi di Roma.

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Raggi ieri ha detto che l'ordinanza serve a «prevenire situazioni di pericolosità per l'incolumità di bambini e studenti, nonché per motivi attinenti alla sicurezza e alla circolazione stradale». Non tutti però sono stati dispensati dal rimanere a casa. La sindaca ha ordinato un «presidio di tutti gli edifici da parte dei dirigenti scolastici e dei funzionari dei servizi scolastici, al fine di rilevare e segnalare tempestivamente eventuali criticità». Anche questo passaggio poco piace ai presidi. «E noi come ci arriviamo a scuola, in canotto? - polemizza Rusconi - È una scelta bizzarra che tiene conto dell'incolumità di tutte le persone della scuola tranne che dei presidi. Ci chiediamo anche: se a scuola ci saranno solo i dirigenti, chi aprirà gli istituti? E dovremo tamponare noi le eventuali infiltrazioni d'acqua o i danni causati dal maltempo?».
 


Anche le famiglie romane, si diceva, non hanno accolto la mossa del Comune con troppo entusiasmo. «Invece di chiudere, perché non mettete in sicurezza le scuole?», «pulite le strade e potate gli alberi invece di chiuderle», sono altri due commenti apparsi sulla pagina social della sindaca. E note dello stesso tenore hanno preso a turbinare nelle chat dei genitori.

ALLERTA «ARANCIONE»
Va detto che il Campidoglio si è mosso, insieme ad altre città, sulla scorta del «bollettino di criticità» diramato dalla Protezione civile della Regione, come ha subito rimarcato Raggi. A Roma però non è mai stata attivata l'allerta rossa, a differenza di Liguria, Lombardia, Trentino, Veneto e Friuli. C'è una pre-allerta, ma solo arancione, e si prevede «vento di livello tempesta», hanno spiegato gli esperti regionali. «La forte ventilazione preannunciata si presenta potenzialmente idonea ad arrecare danni ad alberature, coperture di edifici e cartellonistica stradale», ha sottolineato la Regione, per questo è stato chiesto ai comuni di «valutare ogni idonea iniziativa». Che però non significava necessariamente chiudere le scuole.
Ne hanno approfittato gli studenti del Virgilio, che con un blitz messo a segno ieri notte hanno anticipato di un giorno l'occupazione. Era prevista per stasera, invece appena si è sparsa la voce dell'ordinanza di Raggi, i collettivi dello storico liceo di via Giulia hanno convocato un'assemblea straordinaria in un bar della zona e, tempo due ore, l'istituto era occupato, con tanto di striscione srotolato in cortile, una sorta di staffetta col Mamiani che ha smantellato la protesta l'altro ieri. Aspettando vento e pioggia, davanti al portone ieri sono arrivate due volanti della polizia.
 
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