Militare di Strade Sicure si spara a Palazzo Grazioli, aveva 25 anni

Domenica 29 Luglio 2018
Enrico De Mattia, il militare di Strade Sicure suicida

È entrato in bagno durante il turno pomeridiano portando con sé la pistola d'ordinanza e intorno alle 15 si è sparato in testa. Si sarebbe tolto la vita così - ieri, a Palazzo Grazioli, la residenza romana di Silvio Berlusconi - un giovane caporal maggiore, inquadrato nell'operazione Strade Sicure, «Motivi sentimentali», fa sapere l'Esercito. Il militare, 25 anni, era originario di Angri (Salerno) e proveniva dal 1/o Reggimento Granatieri di Sardegna. Non era sposato e non aveva figli. Cordoglio dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta: «esprimo la mia più sentita vicinanza alla famiglia in questo momento di dolore». 

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I parlamentari del Movimento 5 Stelle della Commissione Difesa sottolineano che «non è accettabile che un ragazzo di quell'età decida di porre fine alla sua esistenza. Sappiamo però che questo non è un caso isolato, pertanto ci impegneremo a far sì che venga fatta luce sui motivi di questo gesto disperato». L'Esercito, dal canto suo, fa sapere che «collabora, con la massima trasparenza e piena disponibilità, alle attività degli organi inquirenti per accertare le motivazioni che possono aver condotto il militare a compiere questo tragico gesto». Il sito specializzato in questioni militari e di Difesa GrNet.it ricorda che quello di ieri è il terzo suicidio in sei mesi di un militare impegnato nell'operazione Strade Sicure. A febbraio 2018 un bersagliere di 29 anni, di Taranto, si era tolto la vita nello stesso modo nella stazione metro Barberini, al centro di Roma. A dicembre 2017 un altro Granatiere di stanza a Spoleto si era impiccato mentre era in licenza dopo il periodo di servizio nell'operazione. «I ragazzi chiamati a svolgere il servizio nell'operazione Strade Sicure - rileva GrNet.it - sono tutti provati fisicamente e soprattutto psicologicamente». 

Ma dall'Esercito rispondono che «chi in queste ore prova a strumentalizzare il fatto riconducendolo a informazioni o motivazioni false compie un atto di sciacallaggio, anche nei confronti della famiglia del soldato che in queste ore sta vivendo un grande momento di dolore».

Sempre GrNet nei giorni scorsi aveva annunciato che 150 militari dell'Esercito dell'operazione Strade Sicure hanno presentato un «atto di intimazione» al ministro della Difesa e al capo di Stato Maggiore dell'Esercito per chiedere il rispetto del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. I militari di Strade Sicure (7mila in tutto) devono attenersi a consegne di servizio che, si legge nell'atto di intimazione firmato dagli avvocati Giorgio Carta e Chiara Lo Mastro, «impongono ai militari di restare in piedi e all'esterno del mezzo per almeno sei ore consecutive - senza la possibilità di sedersi nemmeno per una breve pausa - e di indossare un pesante armamento, un munizionamento e un equipaggiamento del peso complessivo di circa 20 chilogrammi». La Difesa ha replicato assicurando che il ministro aveva già chiesto un approfondimento sulle condizioni di lavoro dei militari di Strade Sicure: «la tutela del personale è un tema importante per noi».​​

Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA