La rabbia dei residenti sfollati: «Sbattuti in mezzo a una strada al freddo»

Giovedì 15 Febbraio 2018 di Laura Bogliolo
La rabbia dei residenti sfollati: «Sbattuti in mezzo a una strada al freddo»
Ha sentito il botto e si è sentita male. Norma, 58 anni, casalinga, è ricoverata in ospedale, abita davanti al crollo che ha visto e ha avuto un malore. «Ha perso i sensi, è svenuta ed è stata portata via con l'ambulanza - dice la figlia - ora sta un po' meglio, ma era ancora molto spaventata».
«Non ho più nulla, non so dove dormire e neanche come farò domani ad andare a lavoro, nessuno ci dice niente, ho freddo e provo più rabbia che paura adesso». Così Lorella Giordana raccontava ieri sera la sua nuova vita da sfollata. Sessanta le persone rimaste in strada a seguito dell'evacuazione di due palazzine in via Livio Andronico, ai civici 16 e 24, dopo il crollo di parte del cantiere della società Ecofim. I lavori iniziati dopo l'estate avevano provocato da subito proteste per «le crepe create sulla strada», «i continui tremolii» e le rotture, per due volte, delle tubature dell'acqua a causa dei lavori.

LA RABBIA
E ora provano rabbia gli inquilini delle palazzine evacuate per il rischio crollo e lanciano accuse a vigili, carabinieri e Municipio, il XIV. «Devo prendere le mie medicine, adesso come farò?» chiedeva infreddolita Elena Guidi, 78 anni, residente da sempre in quella strada della Balduina. «Ci hanno evacuato senza dirci nulla - il racconto di Elena - ho l'influenza e ho bisogno delle mie medicine. Ho preso una stanza all'hotel Tiberio». Nelle due palazzine abitano anche due neonati e moltissimi anziani. «Ho una bimba piccola - dice con rabbia Giancarlo de Caprariis - abbiamo lasciato nell'appartamento tutto, siamo disperati e nessuno ci ha detto dove andare. Sono mesi che denuncio questa grave situazione, nessuna risposta da vigili e Municipio». Giancarlo è l'avvocato che da mesi stava portando avanti la battaglia contro il cantiere della Ecofim: «Prima per i lavori effettuati anche a mezzanotte, poi la lotta per come hanno effettuato la demolizione della scuola e della chiesa, lanciavano pannelli dalle finestre e l'8 febbraio, poi, abbiamo inviato una mail ai vigili e al Dipartimento Ambiente del Comune per le crepe che erano apparse sull'asfalto e per gli alberi che stavano crollando». Ieri il sindaco Raggi ha assicurato che gli sfollati avranno assistenza, attraverso la formula degli hotel solidali. Ma ieri, fino a tarda serata, chi era rimasto senza casa, almeno venti famiglie, hanno fatto affidamento solo sulle proprie forze. Sette le auto precipitate. «Adesso chi me la ripaga? Ero andato a trovare mio figlia, poi sono sceso per fare una passeggiata e l'auto è stata inghiottita», diceva sconvolto Antonio Mirenzi, proprietario di una Toyota. «Sono venuti giù 20 metri, non c'era un muro di contenimento qui c'è il terreno argilloso, prima o poi dove succedere - diceva Giovanni Fiori, 72 anni, ex dirigente di un ospedale - in casa di un condomino cadono gli oggetti dalle mensole». «Camion giganteschi che scaricano in continuazione, hanno buttato giù una chiesa - diceva Massimo Battini - è incredibile, è un disastro annunciato». Vittorio, 23 anni, ingegnere, è il proprietario di un'auto in bilico, la Peugeot 103 nera ricevuta in regalo dai genitori per la laurea triennale: «Qui tremava tutto e adesso come farò a recuperare l'auto?».
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