La caduta nel Tevere, tra il 30 giugno e l'1 luglio, dello studente americano Beau Solomon «non è direttamente riconducibile alla spinta data Massimo Galioto ed avviene dopo diversi secondi».
«L'aggressività reiteratamente manifestata prima con la spinta poi con il lancio di una pietra, unitamente ai precedenti penali per porto di armi, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, denotano una personalità particolarmente violenta e prevaricatrice». È il profilo di Massimo Galioto, il senzatetto accusato di aver ucciso lo studente americano, tracciato dai giudici del tribunale del riesame nell'ordinanza con la quale motiva la decisione di respingere l'istanza di scarcerazione presentata dall'avvocato Michel Vincelli. Lo stesso tribunale, spiegando la necessità di mantenere la custodia cautelare in carcere per l'indagato, prosegue descrivendo la personalità di Galioto come quella di un soggetto «in preda alle proprie incontrollabili pulsioni e assolutamente sprezzante dell'incolumità della vita stessa delle persone che hanno la sfortuna di venirvi a contatto».