Aids, una vittima dell'untore: «Mi ha morsa per contagiarmi»

Sabato 4 Giugno 2016 di Adelaide Pierucci
Aids, una vittima dell'untore: «Mi ha morsa per contagiarmi»

«Era un dongiovanni, il sesso per lui era un chiodo fisso». E' così, presentandosi a volte come uno sciupafemmine, a volte come un innamorato, ma sempre come un voglioso, che Valentino Talluto - il trentenne ribattezzato l'untore di Aids - in dieci anni, tacendo sulla malattia e inventando l'allergia al profilattico, ha segnato di proposito la vita di decine di donne, di alcuni uomini e pure di un bambino. Quarantatré storie da brivido. Quarantatré storie a metà tra il sesso e l'amore trasformate in un incubo, da cui in poche sono scampate. Ventisette ex partner dell'impiegato di Aprilia, porteranno per sempre il segno delle intimità vissute con lui: la sieropositività o, peggio, la malattia conclamata. In alcuni casi trasmessa pure ai nuovi compagni e in un altro, la più terribile, a un feto.

L'OSSESSIONE
Per dipingere «l'indole sfrenatamente egoistica» di Talluto destinatario in sei mesi di due ordini di arresto con l'accusa di lesioni gravissime per aver preteso rapporti non protetti con 43 partner di cui 27 risultate poi contagiate i magistrati hanno usato le parole delle vittime. «Era un dongiovanni, praticamente il sesso per lui era un chiodo fisso», ha raccontato Susanna (falso nome, come gli altri che verranno citati, per tutelare la privacy delle vittime). «Ci provava sempre con tutte. Lo definirei quasi un malato di sesso. Lo cercava in maniera ossessiva». Quando ha scoperto di essere sieropositiva Susanna aveva già trasmesso il virus al nuovo partner. Mercedes (l'unica straniera) invece ha avuto una sorpresa, se possibile peggiore, quando al test è stato sottoposto il figlioletto di otto mesi, sempre malaticcio dal giorno della nascita. E allora scava scava sono riaffiorati i ricordi. «A Valentino, conosciuto in una chat, avevo chiesto con insistenza se avesse malattie e lui mi aveva risposto: Ma stiamo scherzando?, ha detto in lacrime ai magistrati». Poi lei resta incinta di un altro uomo e durante un rapporto completo con Valentino lo sente esultare: «A questo punto possiamo farlo tranquillamente». L'untore aveva raggiunto così un risultato ancora più grande: quella notte aveva contagiato volutamente mamma e feto.

LA RABBIA
Giulia ha ricordato un episodio che a distanza di anni le suscita ancora rabbia: «All'inizio del nostro rapporto ricordo che lui aveva come un taglio, una lesione sul labbro superiore che poteva essere herpes, allora io mi sono rifiutata di baciarlo sulla bocca», ha raccontato al pm Francesco Scavo, titolare dell'inchiesta. «Eravamo a casa sua. Quando ci siamo messi sul divano ha provato a baciarmi ma io l'ho respinto perché non volevo sfiorare la ferita. Lui a quel punto mi ha bloccato e mi ha dato un morso sulle labbra ferendomi tanto da farmi sanguinare. L'ho spinto via e sono corsa in bagno a vedere cosa mmi avesse fatto», ha aggiunto la giovane, «ho visto che mi aveva provocato un taglio netto sul labbro inferiore e lui rideva della mia reazione di rabbia». Giulia è convinta che il contagio risalga a quel giorno. SOLO BUGIEA Marilina invece Valentino Talluto ha raccontato una grossa menzogna. «Mi disse non ti preoccupare», ha ricostruito la giovane, pure lei nella lista delle ex ormai sieropositive. «Sono un donatore di sangue. Mi controllo periodicamente». Per convincere Martina, Loretta, Susy ad avere rapporti liberi invece l'untore aveva inventato un'altra balla: era allergico al profilattico. Con Marisa invece era andato oltre. «Faceva finta di indossarlo e quando mi sono accorta che non era così alla fine ho acconsentito». Solo a Sabina lo aveva detto chiaramente: «Non uso protezioni», tacendo sulla malattia. «Io prendevo la pillola, ma avrei voluto comunque garantirmi», è il racconto di Carolina, «Ma lui mi disse: secondo te io sento qualcosa mettendomi della plastica intorno?» Quattro di loro un paio di mesi prima dell'arresto si sono ritrovate sotto casa di Talluto per insultarlo. Ad alcune per rassicurarle aveva sventolato anche certificati medici taroccati. Così i magistrati hanno parlato del «totale menefreghismo dell'indagato». Al vaglio ora c'è anche l'accusa di epidemia dolosa. 

Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 14:00