Raggi, le nomine spaccano M5S «Su Roma ora si decide a Milano»

Sabato 1 Ottobre 2016 di Stefania Piras
Raggi, le nomine spaccano M5S «Su Roma ora si decide a Milano»
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ROMA «Se non l'avesse aiutata Davide (Casaleggio ndr), non ce l' avrebbe fatta». È la constatazione del Movimento 5 stelle che guarda con stizza alle ultime mosse di Virginia Raggi. L'aiuto milanese di Davide Casaleggio è stato fondamentale per trovare il nuovo innesto in giunta. Il manager quarantenne di Ivrea ha promesso a Virginia che la aiuterà anche su altri fronti, soprattutto a scovare personalità che possano dare slancio al Campidoglio. Così Davide ha aperto le porte del suo network a Virginia e dal cilindro ha estratto Massimo Colomban, imprenditore, fondatore di una multinazionale e candidato nel 2010 a sostegno di Zaia governatore. Quell'anno in Regione correva da presidente per il M5S anche lo sherpa che lo ha dirottato in Campidoglio: l' attuale eurodeputato David Borrelli che siede insieme a Casaleggio nell'associazione Rousseau. E proprio sull'intervento dal Nord si concentrano le critiche: «Così su Roma decide Milano», lamentano diversi esponenti del Movimento e ci chi parla di commissariamento.

GLI ATTACCHI
Ecco, anche su questa nomina si sono sprecate le critiche da parte di militanti e parlamentari, nonostante sapessero che alla sua incoronazione avesse contribuito Casaleggio in persona. «Non bisogna appioppare queste frequentazioni al Movimento» chiosano i più polemici che evidentemente non sanno che nel 2013 Casaleggio sr aveva contatti assidui con Colomban per abbozzare le linee guida di politica economica del M5S. Colomban era considerato un nome spendibile alla casella della sviluppo economico per un ipotetico governo del M5S. E a frenare le polemiche non basta più il buon lavoro augurato via blog da Beppe Grillo. Ormai è guerra aperta contro Raggi. Idem per il secondo assessore individuato per la delicata delega al bilancio: Andrea Mazzillo, fedelissimo di Raggi, suo mandatario per la raccolta di fondi nella campagna elettorale, ex Pd, candidato a Ostia col centrosinistra nella lista civica di Walter Veltroni e dipendente di Equitalia in aspettattiva.

LE TENSIONI
Tre caratteristiche che mandano su tutte le furie i parlamentari più critici. Lindicazione di Mazzillo, nome a suo tempo già finito nel mirino del duo Minenna-Raineri per i maxi stipendi è accolta in questo modo: «Perché se conosceva così bene il suo cv si chiede una fonte del M5S romano non lo ha fatto assessore subito? È che Raggi non sa come muoversi». «É una porcata» sintetizza una deputata romana che critica la scelta presa a distanza di tre mesi e all'interno del cortile raggesco senza interpellare e sondare risorse all'interno del contesto Cinque Stelle. Il mini direttorio serviva proprio a questo, fanno notare i pentastellati romani più delusi. «È una scelta politica, è uno di noi» minimizzano dal Campidoglio. Per Carla Ruocco, responsabile economica del M5S, almeno questa è la delega a lei assegnata nel direttorio sempre più traballante, è difficile accettare due nomine che erano prima affidate al super assessore Minenna.

Luigi Di Maio applaude la scelta di Colomban riaffermando così l'asse con Davide Casaleggio. Ma si glissa su Mazzillo e la delegata all'ambiente Paola Muraro la cui posizione giudiziaria si è aggravata. I vertici sono freddi e commentano: sugli assessori decide Virginia.
Altri malumori riecheggiano sul nuovo regolamento del M5S attualmente in votazione sul blog. Molti ritengono temono il troppo potere consegnato alle figure dei probiviri. A rompere le righe è la senatrice reggiana Elisa Bulgarelli: «Invito tutti a non votare le modifiche del non statuto, non c'è bisogno di un capo politico e di parlamentari probiviri. Ha bisogno di Beppe garante e di una organizzazione non verticistica».
 

Ultimo aggiornamento: 12:46