Raggi in chat: «Muraro mi fu imposta». Da Grillo fiducia a tempo: aspetto gli atti

Sabato 28 Gennaio 2017 di Valentina Errante e Stefania Piras
Raggi in chat: «Muraro mi fu imposta». Da Grillo fiducia a tempo: aspetto gli atti
ROMA Anche la nomina di Paola Muraro ad assessore all'Ambiente è stata imposta. Il sindaco se ne lamentava con i fedelissimi, nella chat di Telegram Quattro amici al bar recuperata dai carabinieri sul telefonino di Roberto Marra. E se gli sfoghi sugli altri due assessori, Marcello Minenna e Carla Raineri, scelti dal Movimento, erano prevedibili, il disappunto per la Muraro, che i Cinque Stelle non hanno mai sostenuto, è invece inedito e ripropone le relazioni del primo cittadino con la destra romana, alla quale la Muraro era legata. Nei messaggi anche i commenti negativi sulla deputata Roberta Lombardi. E se l'avvocato della Raggi nega di avere incontrato i pm per valutare il patteggiamento, Grillo è cauto: vuole vedere gli atti.

COMMENTI ANTI LOMBARDI
Era l'esordio della rivoluzione in Campidoglio, Virginia Raggi aveva fatto fatica a individuare la squadra, ma già prendeva coscienza che nulla sarebbe stato facile come gli slogan della campagna elettorale: «Mi hanno imposto questa Muraro - dice in chat - è legata a un sistema di potere, sono molto preoccupata». E in effetti le relazioni dell'allora assessore con Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, ex vertici dell'Ama, espressione dell'estrema destra, finiti a processo con Massimo Carminati, erano noti a tutti. Raggi non specifica chi le avesse imposto quella nomina, ma è inevitabile ricondurre le pressioni ai legami del sindaco con lo studio Previti, con il quale collaborava, e al suo ruolo di presidente nell'Hgr, società di cui era azionista l'assistente di Panzironi. Circostanze che la Raggi aveva escluso dal suo curriculum. Poi le cose sono cambiate, la Muraro è stata difesa dal sindaco fino al limite del possibile e anche in chat la versione è diversa «è una lavoratrice, preparata e in gamba». Agli atti anche i commenti sulla Lombardi: «Mi è antipatica, non la sopporto, proprio lei non può parlare». Il riferimento era alla polemica esplosa in rete, quando è stato rivelato che la Lombardi avesse assunto una collaboratrice parlamentare per poi utilizzarla da baby sitter.

CAUTELA 5 STELLE
Intanto i vertici del M5S provano a orientarsi nel labirinto indiziario che trapela dalle indagini su Raggi e Marra. Dopo Davide Casaleggio che sembra sempre più prudente anche Grillo cerca di mantenere lucidità e distacco. Chi lo ha sentito lo descrive tranquillo: «Non si va sulle ricostruzioni, ma solo su atti formali e nero su bianco». Grillo in mano ha solo la comunicazione online in cui la sindaca lo ha avvertito dell'invito a comparire, come da regolamento. L'idea è di non fare pronostici affrettati, ma tutti gli scenari vengono presi in considerazione. Si segue il corso dell'inchiesta stando alla finestra e ingoiando a malincuore le chat che fanno emergere le divisioni interne al Movimento romano. Fa male leggere che Raggi abbia scritto commenti sulla Lombardi. Come fa male vedere il nome di Luigi Di Maio dentro la turbina delle indiscrezioni. Di Maio giura di aver incontrato una sola volta Marra «nel mio ufficio della Camera in totale trasparenza e sono stato io stesso a darne notizia oltre un mese fa, raccontandone i contenuti. A parte questo incontro non ci ho mai parlato, non ho autorizzato nulla». E ieri da Santa Caterina Villarmosa (Cl) ha ammesso che è complicato governare ma che il M5S non rinuncerà: «Non ci tiriamo indietro, ci siamo presi già belle rogne nella Capitale, in Sicilia e ora vogliamo occuparci del Paese».
 
Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 12:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA