Marra, l'ex capo dell'avvocatura: «Era l'alter ego della Raggi»

Lunedì 19 Dicembre 2016 di Lorenzo De Cicco
Marra, l'ex capo dell'avvocatura: «Era l'alter ego della Raggi»

ROMA «Uno dei 23mila lavoratori comunali? Ma questa è una menzogna a cui non credono neanche i grillini più accaniti! Marra era l'alter ego di Virginia Raggi. E il suo rapporto stretto con la sindaca lo conoscono tutti in Campidoglio». Lo conosce bene, per essercisi scontrato direttamente, Rodolfo Murra, classe 1961, dirigente esperto del Comune di Roma, a capo dell'Avvocatura fino al 22 novembre scorso. Rimosso dalla giunta M5S, probabilmente, proprio per avere sfornato una serie di pareri che bocciavano le scelte (e le nomine) del Raggio magico. «Sul mio lavoro non posso rilasciare interviste, perché il codice dei dipendenti lo vieta», precisa al telefono Murra. Ma qualcosa qualcosa di molto pesante la dice, in confidenza, a un dirigente comunale che conosce da tempo. «A me quell'incarico non interessava più, l'ho avuto per anni. A me interessa avere la coscienza pulita».

«MILLANTAVA COME BUZZI»
Su Marra non cerca perifrasi: «Aveva un atteggiamento torbido. Era uno che faceva il dirigente comunale andando in giro con la Porsche. Di lui non mi sono mai fidato. Si capiva che il pallino di tante decisioni era nelle sue mani. A me diceva che la mia permanenza a capo dell'Avvocatura dipendeva da lui. Io gli ho risposto che non mi sarei strappato i capelli...».
Gli incontri tra i due diventano quasi quotidiani durante l'estate, appena i Cinquestelle conquistano Palazzo Senatorio. «Ogni volta che mi interfacciavo con la sindaca, Marra era presente. E ogni volta che dovevo parlarle di diritto, lei mi diceva: lo dica al dottor Marra».

La versione dell'ex capo dell'Avvocatura racconta bene l'ascendente che l'ex vice-capo di Gabinetto aveva sulla prima cittadina. «Era un millantatore, come Buzzi. Anche la sua profonda conoscenza della macchina amministrativa era millantata. In realtà stava in Comune solo dal 2008 e per tre anni è stato in aspettativa. Ma alla Raggi e ai suoi ha raccontato di conoscere molto bene il Campidoglio. Loro ci hanno creduto. E questo dimostra la credulità di certi amministratori».
Lo scontro tra il capo dei legali e Marra esplode quando la sindaca si ostina a blindare la nomina di Salvatore Romeo, il funzionario vicino al M5S messo in aspettativa e poi riassunto da dirigente con stipendio triplicato. «L'Avvocatura aveva espresso contrarietà all'operazione. Non so perché la Raggi si sia incaponita così. Forse perché Romeo passa per essere un grillino della prima ora. Lei non poteva perderlo. Eppure la sindaca aveva avuto dei consigli: poteva lasciargli il suo inquadramento da funzionario, magari compensandolo con gli straordinari. Così non ci sarebbero state forzature della legge».

 
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