M5S, spunta la fronda anti-Raggi. Pressing di alcuni parlamentari: deve lasciare

Lunedì 30 Gennaio 2017 di Stefania Piras
M5S, spunta la fronda anti-Raggi. Pressing di alcuni parlamentari: deve lasciare

ROMA Si stringono attorno alla deputata romana Roberta Lombardi i parlamentari M5S. E come spesso accade si esprimono per antitesi: elogi a una per smarcarsi dall'altra. La prima è Lombardi, l'altra è Raggi. C'è chi lo fa pubblicamente, chi con una telefonata, chi con il profilo da privato cittadino perché non si sa mai che anche una pacca sulla spalla virtuale, di questi tempi, se non concordata, può pesare. Si va da Carlo Sibilia a Nicola Morra, da Carla Ruocco: «Roberta, dieci anni di grinta» a Ignazio Corrao, da Michele Dell'Orco: «Roberta? Una che ha fatto un percorso e che ci ha visto lungo su Marra prima di tutti» fino a Massimo Baroni che era con Lombardi all'hotel Forum da Beppe Grillo il giorno dell'arresto di Raffaele Marra.
 

 


L'INTERVENTO
Una nutrita truppa di parlamentari rende l'onore delle armi all'arci nemica di Virginia Raggi, a colei cioè che per prima sollevò il sospetto che la sindaca non si attenesse scrupolosamente ai principi del M5S. Oggi Lombardi festeggia un compleanno importante: i dieci anni di attivismo. La deputata ha cominciato nel 2007 (la sindaca tre anni dopo) a rimboccarsi le maniche e ieri ha passato in rassegna «anni di banchetti, discussioni sulla rete e dal vivo, manifestazioni, organizzazione di eventi, preparazione di comunicati, incontri, scontri, riappacificazioni, sfide». Lombardi cerca di rianimare il M5S romano: «Occorre non dimenticare mai da dove siamo venuti, restare tra la gente, continuare la vita di sempre, frequentare le piazze e stare nei meetup, lavorare in condivisione». A occhio e croce è tutto ciò che secondo lei manca a Raggi.

IL DUELLO E I TEMPI
«Quello che non ti uccide, ti fortifica. E io sono ancora viva scrive Lombardi - Forse più viva che mai». Viva e sopravvissuta alle chat intercettate dalla procura in cui Virginia Raggi confessa chiaramente di non sopportare la deputata romana. Ma la cosa, vista dal punto di vista dei parlamentari, è reciproca.

Da settembre almeno, dalle dimissioni di Raineri e Minenna, si contano sulle dita di una mano i sostegni pubblici dei parlamentari alla sindaca, colpevole di aver sterzato in direzione opposta al M5S. Al suo altare sono stati sacrificati il direttorio e il mini direttorio. Ma una cosa è certa: i parlamentari non aspetteranno la condanna e il processo di Raggi. Sarà sufficiente, se arriverà, il rinvio a giudizio per aprire una riflessione e chiedere di staccare la spina. «Avevamo poche regole ma essenziali e con Raggi sono saltate tutte» conferma un portavoce molto disilluso che segue gli sviluppi dell'inchiesta sulla sindaca con il fiato sospeso. «Virginia è un avvocato, è incredibile trovarsi in questa situazione» altra opinione che circola.

E poi c'è chi ai piani alti non si dà pace e ripete la domanda che fin dall'inizio non trova risposte: «Assurdo, tutti le dicevamo di liberarsi di Raffaele Marra, e ci troviamo ora un'indagine sulla promozione addirittura del fratello. Ci deve essere qualcosa che ancora non sappiamo».

Ultimo aggiornamento: 18:45