Si aggiravano nella boscaglia armati di fucili e pistole dotati di silenziatori, visori notturni e ricetrasmittenti. Un'esercitazione delle forze speciali? No, solo una battuta di caccia con armi da guerra, ovviamente non consentite e, per di più, fuori orario. Tre uomini, un italiano e due romeni, tutti sulla quarantina, sono stati sorpresi dai carabinieri in zona Casalotti mentre erano impegnati nell'attività illecita e sono stati denunciati per esercizio venatorio fuori orario e con mezzi non consentiti, nonché per alterazione, omessa custodia e detenzione abusiva di armi. Dalla tipologia dell'equipaggiamento rinvenuto c'è il sospetto che si trattasse di caccia al cinghiale, che nel Lazio è consentita dal primo novembre al 31 gennaio.
LE RICERCHE
È successo lo scorso 11 ottobre, intorno alle 21, orario in cui l'attività venatoria per legge non si può svolgere (è infatti consentita dall'alba al tramonto).
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IL SEQUESTRO
Un arsenale ingiustificato, per non considerare il periodo e l'orario in cui sono stati sorpresi. Gli indagati sono stati così fermati e perquisiti, come le loro auto e le abitazioni dove è stato ritrovato il resto dell'armamentario: sette fucili da caccia, alcuni con visori notturni applicati e predisposti per l'utilizzo di silenziatore, due carabine attrezzate allo stesso modo, due pistole, un silenziatore, 130 cartucce, un visore monocolo termico e due radio ricetrasmittenti. Tutto sottoposto a sequestro penale e amministrativo da parte dei carabinieri della Compagnia Roma Cassia. A uno degli indagati è stato ritirato anche il porto d'armi, mentre gli altri due non avevano la licenza ad uso caccia. I tre sono stati denunciati per esercizio venatorio fuori orario e con mezzi non consentiti, nonché per alterazione, omessa custodia e detenzione abusiva di armi.
Dalla tipologia degli armamenti rinvenuti i militari hanno avuto il forte sospetto si trattasse di caccia agli ungulati, che nella zona, come nel resto del Lazio, aprirà solo tra due settimane.
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