Papa Francesco in visita a Ottavia: «Le streghe non esistono, temo di più i pettegolezzi»

Domenica 12 Marzo 2017
Papa Francesco in visita a Ottavia: «Le streghe non esistono, temo di più i pettegolezzi»

Questa volta Francesco lo dice con uno dei suoi neologismi, «chiacchieraggio». Lo sparlare dietro è il germe da cui nascono quei rancori, quelle divisioni che poi «distruggono» le famiglie, le comunità, fino alle nazioni. Le chiacchiere sono come atti di terrorismo, «si butta la bomba e poi si scappa» e di quelle si deve aver paura. Tanto quanto si temono le streghe che «non esistono» ma parlare male degli altri è «come fare la strega». Torna su uno dei temi su cui più spesso batte papa Francesco nel dialogo con i bambini della parrocchia di Santa Maddalena di Canossa, alla Borgata Ottavia, periferia nord della Capitale, la stessa da cui proviene il sindaco di Roma, Virginia Raggi.

Il terrorismo delle chiacchiere - ammette ancora una volta Bergoglio - esiste anche in Vaticano. Tutto nasce dalle domande spontanee dei bambini. «Se c'è qualcosa che mi spaventa o mi fa paura? Ma, sai - ha spiegato a una di loro Francesco -, mi spaventano le streghe, ma ci sono? No, davvero? No e quando sentite una signora che dice che va dalla strega perché mi farà questo e quello e io guarirò, è una stupidaggine perché le streghe non hanno alcun potere». Ben altra cosa, ha sottolineato invece, è il «fare la strega» sparlando. «Mi spaventa la capacità di distruggere che hanno le chiacchiere, distruggere l'altro di nascosto, questo è fare la strega». «A me spaventa quando una persona è cattiva - ha confessato ancora Bergoglio -, la malvagità. Tutti abbiamo il seme della cattiveria dentro ma quando una persona sceglie di essere cattiva mi spaventa perché può fare tanto male, in famiglia, sul posto di lavoro, anche in Vaticano quando c'è il chiacchieraggio».

«Voi - ha esemplificato - avete visto in tv cosa fanno i terroristi, buttano la bomba e scappano. Le chiacchiere sono così, si butta una bomba e si scappa e così si distrugge magari una famiglia, un quartiere, una parrocchia, ma soprattutto il tuo cuore».

«Mai le chiacchiere - ha ammonito - mordersi la lingua prima di farle».

Sempre rispondendo alle domande dei bambini Francesco ha ricordato che «non si paga per diventare Papa». «E se tu hai un mucchio di soldi e vai lì e li dai ai cardinali ti fanno Papa per questo?», «No», è stata la risposta in coro. Nello scambio con i più giovani Francesco ha anche ammonito a usare con parsimonia gli smartphone, perchè il dialogo attraverso di loro «non è concreto, è virtuale, liquido» mentre «bisogna mettersi in ascolto degli altri», fare «l'apostolato dell'orecchio». In mattinata il Papa all'Angelus aveva espresso vicinanza «al popolo del Guatemala che vive in lutto per il triste e grave incendio scoppiato all'interno della Hogar Virgen de la Asuncion causando vittime e feriti tra le ragazze che vi abitavano». Quindi aveva rivolto un appello «a pregare con me per tutti le ragazze e i ragazzi vittime di violenze, di maltrattamenti, di sfruttamento e delle guerre». «Questa è una piaga, questo è un urlo nascosto che deve essere ascoltato da tutti noi e che non possiamo continuare a far finta di non vedere e di non ascoltarlo».



«Vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza e vi chiedo per favore di pregare per me». Con queste parole Papa Francesco ha anche detto ai fedeli della parrocchia.

«Noi siamo abituati a parlare dei peccati altrui, è una cosa brutta, invece parlare di peccato altrui, dobbiamo non dico farci peccato (come ha fatto Cristo assumendo su di sé il peccato dell'umanità, ndr) perché noi non possiamo, ma almeno guardare i nostri peccati in rapporto a Gesù che si è fatto peccato». Il Papa, nella omelia della messa nella parrocchia di Santa Maddalena Canossa alla borgata Ottavia, è tornato sul tema della trasfigurazione, che aveva trattato anche all'Angelus di questa mattina. Ha messo a confronto i due «volti di Gesù», quello «luminoso della trasfigurazione» e quello di quanto si è «fatto peccato».

 
 

Gesù, ha sottolineato papa Francesco, «mentre scendevano dal monte ordinò ai discepoli di non parlare di questa visione prima che lui non fosse risorto dalla morte». «Ma cosa voleva dire? - si è chiesto papa Bergoglio - che fra questa trasfigurazione tanto bella e quella risurrezione ci sarà un altro volto di Gesù, ci sarà un volto non tanto bello, ci sarà un volto brutto sfigurato, torturato, disprezzato, insanguinato e incoronato di spine, tutto il corpo di Gesù sarà proprio così come una cosa per separare due trasfigurazioni, e in mezzo c'è Gesù crocifisso, la croce, dobbiamo guardare tanto la croce, - ha detto il Pontefice - il padre si compiace in lui, lui si è annientato, per salvarci e per usare una parola troppo forte tropo forte forse una delle parole più forti del Nuovo testamento, che usa San Paolo, si è fatto peccato, e peccato è offesa a Dio, è schiaffo a Dio, è dire a Dio tu non mi importi, io preferisco questo». «Gesù si è annientato e si è abbassato - ha affermato papa Francesco - per preparare i discepoli a non scandalizzarsi a vederlo così in croce». Tutto questo, ha esortato il Papa, «ci incoraggi a andare avanti nel cammino della vita della vita cristiana, ci incoraggi a chiedere perdono per i nostri peccati, a non peccare tanto, ci incoraggi soprattutto ad avere fiducia perché se si è fatto peccato è disposto sempre a perdonarci, soltanto dobbiamo chiederlo».


A termine della Santa messa al Pontefice è stata donata una statua che ritrae il Cristo crocifisso ed è stato rivolto un applauso da parte dell'assemblea presente in chiesa. In centinaia hanno atteso l'uscita del Pontefice dalla parrocchia. A loro Papa Francesco ha detto: «Vedo che siete una comunità vivace, mi fa piacere. Andate avanti sempre con gioia senza scoraggiarvi. Pregate per me perchè ho bisogno della vostra preghiera per fare bene il lavoro che devo fare. Buona serata a tutti, che il Signore vi benedica. Arrivederci!». In molti mentre andava via hanno urlato «Francesco, Francesco!».
 

Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA