Il cardinale di Chicago contro Trump per il "muslim ban": «Un momento buio della storia»

Lunedì 30 Gennaio 2017 di Franca Giansoldati
Blaise Cupich
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CITTÀ DEL VATICANO - Un momento «buio della storia» degli Usa, un provvedimento che va contro «i principi cristiani oltre che quelli americani». La Chiesa negli Usa si ribella all'Executive Order firmato venerdì sera dal presidente Trump con il quale ha sbarrato l'ingresso ai cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana, anche nel caso di persone già in possesso di una green card, il permesso di soggiorno.

Iran, Yemen, Somalia, Siria, Iraq, Sudan, Libia. Il cardinale Blaise Cupich, vescovo di Chicago, tra tutti i vescovi, è forse quello che ha diffuso la nota più politica (e indignata). Perché la messa al bando esclude i sauditi, si chiede Cupich, mentre ricorda che per «ironia della sorte, questa messa al bando non include il Paese d’origine di 15 dei 19 attentatori dell’11 settembre (i sauditi, ndr). Invece cittadini dell’Iraq, compresi quelli che hanno prestato aiuto ai nostri militari in una guerra distruttiva, sono esclusi dai nostri confini».

«Questo fine settimana si è rivelato un momento oscuro nella storia degli Stati Uniti. L’ordine esecutivo per respingere i rifugiati e chiudere le porte della nostra nazione a quanti, in modo particolare musulmani, fuggono dalla violenza, dall’oppressione e dalla persecuzione è contrario tanto ai valori cattolici quanto a quelli americani. Non abbiamo forse ripetuto le disastrose decisioni di quanti nel passato hanno respinto altri popoli in fuga dalla violenza, lasciando certe etnie e religioni emarginate ed escluse? Noi cattolici conosciamo bene questa storia perché, come altri, siamo stati dall’altra parte della barricata per queste decisioni».

Il cardinale punta l'indice su un modo di agire «crudele, affrettato e caotico e incurante delle realtà che produrrebbero una sicurezza duratura per gli Stati Uniti». Gente in possesso di visti validi e altri documenti appropriati è stata lasciata per ore in stato di detenzione negli aeroporti, aumentando il caos, alimentando proteste e scontenti diffusi.

«C’è stato detto che non si tratta della messa al bando dei musulmani che era stata proposta durante la campagna presidenziale, ma è un fatto che queste azioni sono focalizzate su Paesi a maggioranza musulmana. Fanno un’eccezione per i cristiani e le minoranze non musulmane, ma non per quei profughi musulmani che scappano per mettere in salvo le proprie vite. Il mondo ci sta guardando mentre abbandoniamo il nostro impegno di fedeltà ai valori dell’America. Queste azioni aiutano e rafforzano quanti vorrebbero distruggere il nostro stile di vita». 
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