L'ultimatum di Mattarella sta per scadere. Altre quarantotto ore, poi deciderà il Colle

Lunedì 16 Aprile 2018 di Alberto Gentili
L'ultimatum di Mattarella sta per scadere. Altre quarantotto ore, poi deciderà il Colle
Bocche cucite sul Colle. Il conto alla rovescia di Sergio Mattarella è ormai agli sgoccioli e i suoi collaboratori garantiscono che il capo dello Stato non ha preso ancora alcuna decisione. Lo farà entro domani sera. Mercoledì al massimo.
Non è dei migliori l'umore del capo dello Stato, che oggi sarà a Forlì per ricordare Roberto Ruffilli, l'esponente dc ucciso dalle Br che lavorava per unire forze diverse e superare i veti. A 40 giorni dalle elezioni, il Presidente non si aspettava uno stallo così...paludoso. Perfino irritante. Con Luigi Di Maio che continua a chiedere a Matteo Salvini di sbriciolare il centrodestra e di scaricare Silvio Berlusconi. Con Salvini che non ha alcun intenzione di andare a fare il secondo al leader grillino. E con Silvio Berlusconi che lavora a un governo autorevole, strizzando l'occhio al Pd. Esattamente come Di Maio che, in questa giostra impazzita, vede in un accordo con il partito di Matteo Renzi l'unica via d'uscita. Ma ha un problema non piccolo: se mai grillini e piddini dovessero mettersi d'accordo, il premier non sarebbe certo l'onorevole di Pomigliano. Ma piuttosto Roberto Fico, il presidente della Camera.
A sconcertare ancora di più il capo dello Stato è osservare che i partiti premiati dagli elettori il 4 marzo sembrano essersi arresi. Centrodestra e 5Stelle appaiono rassegnati alla paralisi, si cullano nelle ripicche e nei veti reciproci. Incapaci perfino di scambiarsi un saluto (Di Maio e Salvini) pur trascorrendo oltre tre ore nella fiera di Verona. Di più. Invece di impegnarsi a portare sul Colle, come ha chiesto venerdì Mattarella, una bozza di accordo per «dare al Paese un governo nella pienezza delle sue funzioni», i leader della Lega e dei 5Stelle attendono che sia proprio il Colle a togliergli le castagne dal fuoco decidendo per loro. Chiarissime al riguardo le parole di Di Maio: «Sono giornate importanti, il capo dello Stato sta facendo le sue valutazioni e prenderà una decisione a breve. Noi abbiamo piena fiducia in Mattarella». Peccato però che Mattarella aveva chiesto proprio a Di Maio e a Salvini (i quasi vincitori delle elezioni) di essere loro a prendere una decisione, recapitandogli entro oggi o domani la soluzione della lunga crisi.
A questo punto, a meno di improbabili sorprese, sarà il capo dello Stato a decidere. Le opzioni sono quelle di due giorni fa: il preincarico a Salvini, in quanto leader della coalizione più forte che al Quirinale, al secondo giro di consultazioni, si è presentata compatta indicando per il ruolo di premier un esponente leghista. E questo anche se Salvini è fermamente contrario, temendo di bruciarsi: «Non vado in Parlamento a cercare voti». Oppure il preincarico a Di Maio, anche lui spaventato da questa soluzione ma più determinato a tentare, deciso com'è ad andare a palazzo Chigi.
L'ALTRA OPZIONE
Al momento, vista la paralisi, centrodestra e 5Stelle spingono però per una soluzione più soft e meno rischiosa. Informalmente hanno chiesto a Mattarella di dare un mandato esplorativo al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Oppure a Fico. Una soluzione che allarma Di Maio: teme di ritrovarsi il presidente della Camera seduto al suo posto a palazzo Chigi. E non entusiasma Mattarella: il capo dello Stato fiuta, dietro questa richiesta, il tentativo di perdere altro tempo. E di aspettare il voto in Molise e in Friuli del 22 e del 29 aprile, dopo il quale Salvini avrebbe più libertà di scaricare Berlusconi.
Sullo sfondo, resta la carta del governo del Presidente, guidato da una personalità terza e autorevole. E con due soli compiti: fare la riforma elettorale e varare la legge di bilancio, per poi portare il Paese alle elezioni nella prossima primavera. Mattarella aveva fatto filtrare venerdì questa ipotesi anche per spaventare Di Maio e Salvini e per spingerli all'intesa. Ma neppure questa minaccia al momento è servita.
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