Governo, Salvini sigla il patto ma teme di bruciarsi: «Bene Silvio, però o si fa veloce o si vota»

Giovedì 10 Maggio 2018 di Mario Ajello
Governo, Salvini sigla il patto ma teme di bruciarsi: «Bene Silvio, però o si fa veloce o si vota»
Coalizione unita. Governo che può partire. E Matteo Salvini non può che essere contento, quando apprende la notizia della svolta di Silvio Berlusconi, tanto attesa, tanto sollecitata che è quella dell'astensione. Che significa il via libera. Salvini ringrazia Berlusconi. Ma ringrazia anche se stesso, nel senso che ritiene che abbia avuto successo la propria strategia della pazienza, della duttilità, dell'assenza di veti mentre gli altri li mettevano, per poi toglierne qualcuno nelle ultime ore. Però il leader leghista teme ancora che qualcosa si possa rompere, che il cammino si possa impantanare nella definizione del programma, dell'agenda e della squadra e «se si perde tempo, meglio andare a votare». Questa la sua convinzione.

Le conversazioni con Di Maio, sia pure brevi, come quella dell'incontro negli uffici dei gruppi parlamentari ieri mattina, sono state fitte. E all'insegna non di un matrimonio eterno, nulla in politica dura per sempre, ma di una intesa per un governo che possa durare - fisco e immigrazione le due priorità - almeno fino alle elezioni europee del giugno 2019. «Quando si parte non si pensa alle scadenza», dicono i leghisti però, giustamente. Nessuno di loro si nasconde la difficoltà dell'impresa e infatti, anche per la paura di bruciarsi, Salvini preferisce forse non fare il premier. Anche se dichiara uscendo dallo stadio Olimpico dopo il match Milan-Juve: «Sarei onorato di guidare questo Paese».

Salvini anche ieri ha ostentato la sua tranquillità, andando a pranzo in una pizzeria al Pantheon insieme al figlio e poi, sempre con i bambino, alla partita di Coppa Italia. E allo stadio ha appreso della svolta di Berlusconi. Mentre le due squadre sul campo ancora pareggiano, lui ha ottenuto una vittoria politica, questa appunto della possibilità di fare il governo a due che è sempre stato, insieme all'altra ipotesi, quella del centrodestra allargato, in cima alla sua strategia. Ora si tratta di trovare i ministri. Mentre ieri, fino all'annuncio berlusconiano dell'astensione, Salvini era ottimista ma non del tutto certo che sarebbe partito l'esecutivo con la Lega. «Cinquanta e cinquanta» erano le previsioni nel Carroccio. E per non restare bruciati da una speranza che poteva svanire, Salvini nella assemblea dei parlamentari leghisti ha insistito sulle elezioni e quasi solo di quelle ha parlato: «Ragazzi, preparatevi alla campagna elettorale. Ventre a terra e lavoriamo sul territorio». E ancora: «Non prenitate le ferie, possibile il voto entro settembre. Perché c'è lo spiraglio del governo con i 5 stelle ma tutto potrebbe rientrare e allora si va alle urne».

CRITICITA'
Il Matteo combat da corsa al voto ha convissuto con il Matteo trattativista. Non il solo a trattare. E la trattativa da una parte si è svolta con i 5 stelle e dall'altra con Forza Italia e per Forza Italia. Il capogruppo lumbard Centinaio: «Abbiamo chiesto a Di Maio ministri anche per il partito di Berlusconi. Ministri d'area naturalmente». Berlusconi infatti per tutta la giornata ai suoi emissari ha chiesto di verificare presso la Lega non solo chi avrebbe fatto il premier ma anche che tipo di rassicurazioni avrebbe avuto per i suoi interessi politici e aziendali. Poi l'annuncio di Silvio sul suo stare fuori, ma come «spina nel fianco», per il leader leghista è un viatico ma la «spina» berlusconiana potrà rivelarsi anche un problema. Perché Berlusconi è tutt'altro che arrendevole e non farà mancare le sue critiche quando le riterrà opportune. E Salvini sa che l'alleanza resta unita ma tra lui e Berlusconi si sono rotte molte cose.
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