Abbraccio tra Renzi e Gentiloni, il premier al segretario del Pd: «Il leader sei tu, ora devi unire»

Sabato 28 Ottobre 2017 di Marco Conti
Renzi sul treno del Pd con Gentiloni (ANSA)

dal nostro inviato

NAPOLI L'abbraccio c'è a parole anche se non si vede. Le scorie dello scontro su Bankitalia non sono del tutto dissolte, ma Matteo Renzi e Paolo Gentiloni fanno di tutto per accreditarlo. Il primo gioca una partita importante puntando tutto sul ritorno a palazzo Chigi e il secondo sembra volergli dare tutte le istruzioni possibili affinché il Pd torni ad essere anche nella prossima legislazione «perno» di un governo di sinistra.

«NESSUN DE COUBERTIN»
Alternative non ce ne sono per Gentiloni, che nel capannone centrale delle ex officine delle Fs chiude la seconda giornata della Conferenza programmatica. «Dobbiamo darci con la tua leadership, caro Matteo, l'assetto più forte, competitivo e largo possibile per vincere», è l'invito del premier «perché nel pantheon del Pd non c'è De Coubertin». Ottimo quindi ciò che hanno fatto i due ultimi governi del Pd, ma ora «noi del Pd abbiamo sulle spalle una responsabilità grande, dobbiamo esserne consapevoli. Abbiamo sulle spalle la responsabilità del governo e anche, credo, siamo l'unico perno possibile di un governo di domani».
L'accoglienza che la Conferenza programmatica del Pd riserva a Gentiloni è da star. Sorrisi e battute tra Renzi e Gentiloni che sale sul treno Direzione Italia, parcheggiato nella stazione di Pietrarsa. «Gli do il benvenuto con gioia, il Pd è casa sua», il saluto del segretario Dem. Il caso Visco e le assenze di molti renziani nel Consiglio dei ministri che ha ufficializzato la riconferma del governatore uscente, sembra lontano anni luce anche per la volontà di tutti i presenti di non tornare sul caso. Nessun vuole rovinare la festa che celebra la grande sintonia tra Nazareno e palazzo Chigi e lo stesso Gentiloni nega problemi sostenendo che in giro ci sono «tanti tifosi» di divisioni.

«Abbiamo bisogno di essere credibili, di essere ambiziosi e competitivi - sostiene Gentiloni - non nel senso di aggressivi l'uno con l'altro, ma nel senso di essere in grado di vincere». Poi l'affondo contro leghisti e pentastellati che definisce «propagandisti della paura» e che rendono fondamentale il ruolo per l'Italia «di una sinistra di governo» perché «dalla sua forza dipende il futuro». Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella riconosce il ruolo di guida e garante delle istituzioni, ma per Gentiloni il compito più importante ce l'ha il Pd e Renzi.
Il Pd, ha proseguito il presidente del Consiglio, anche «in una situazione che sappiamo quanto fragile in Parlamento, non dissiperà i risultati raggiunti in questi anni perché abbiamo un lavoro da completare», ha insistito Gentiloni, che ha ricordato i buoni risultati ottenuti: «Bene che Standard&Poor's abbia dato dopo 15 anni un giudizio favorevole sull'Italia dopo anni di downgrading. È il frutto, caro Matteo, del nostro lavoro di questi anni. E il frutto del lavoro delle famiglie e imprese italiane».

Leadership responsabile e inclusiva e tra gli impegni da rispettare c'è sicuramente lo ius soli che anche Marco Minniti aveva rilanciato poco prima, promettendo: «Da qui dobbiamo prendere l'impegno solenne di approvare in questa legislatura lo ius soli».

Il governo, ha assicurato il presidente del Consiglio, lavorerà per arrivare all'approvazione della legge: «Lavoreremo per creare le condizioni perché possa essere approvata dal Parlamento».

Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 13:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA