Unioni civili, Renzi: ammorbidire la stepchild. Ecco il piano per cercare l'intesa

Lunedì 15 Febbraio 2016 di Alberto Gentili
Unioni civili, Renzi: ammorbidire la stepchild. Ecco il piano per cercare l'intesa

Ora che il traguardo è a un passo. Adesso che grazie al “no” di Pietro Grasso al voto segreto la legge sulle unioni civili è praticamente in porto, Matteo Renzi chiede «prudenza». Il premier ha visto i sondaggi, quelli che danno il 54% degli italiani contrari alla stepchild adoption (la possibilità di adottare il figlio biologico del partner), e non vuole «pasticci». Soprattutto intende scongiurare «fughe in avanti» da parte del fronte laicista.
Questo perché, a dispetto di quanto si mormora in Senato e al Nazareno, i voti per far passare il disegno di legge di Monica Cirinnà ci sono. Eccome. Perfino a scrutinio segreto: gran parte dei senatori Cinquestelle sono pronti a dire “sì” e il plotone dei cattodem si è liquefatto, come dimostra il naufragio della lettera in cui i 28 cattolici del Pd avrebbero dovuto chiedere al premier di rinunciare alla prova di forza del “supercanguro”: il maxi emendamento del renzianissimo Andrea Marcucci che si voterà domani sera e che cancellerebbe di fatto tutte le altre proposte di modifica, riproponendo il ddl Cirinnà così com'è. Adozioni incluse.

LA FRENATA DEL PREMIER
Renzi insomma, che ha definito «la stepchild adoption non il punto principale della legge sulle unioni civili», si ritrova proprio le adozioni per le coppie gay già praticamente ratificate dal “supercanguro”. Perciò adesso sta cercando la via d'uscita per non scontentare la maggioranza dell'opinione pubblica. Come? Addolcendo, anzi fissando dei rigidi paletti, alla stepchild adoption.

Così il premier - che non prende in considerazione lo stralcio proposto da Angelino Alfano - ha dato incarico al capogruppo del Pd Luigi Zanda, al vicesegretario Lorenzo Guerini e al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, di lavorare fino alle cinque di domani pomeriggio per trovare «un'intesa sul dopo». Obiettivo: stabilire preventivamente quali modifiche verranno apportate alla legge una volta votato il “supercanguro” di Marcucci. «Non vogliamo correre rischi di fughe in avanti come il ritorno alla maternità surrogata o di ritrovarci norme anti-costituzionali», spiegano a palazzo Chigi. «Per questo, prima di votare il maxi emendamento di Marcucci che di fatto dà il via libera anche alle adozioni, vogliamo vedere nero su bianco un accordo che stabilisca limiti ben precisi alla stepchild adoption».
La bozza d'intesa cui lavorano Zanda, Guerini e Boschi parte dai cinque emendamenti proposti dal senatore Giuseppe Lumia e benedetti dal Quirinale. Modifiche, che per evitare rischi di incostituzionalità temuti da Sergio Mattarella, chiariscono come la stepchild non sarà automatica. Ma sarà valutata caso per caso, «in modo attento e rigoroso», dal giudice minorile. E sarà effettiva soltanto dopo una «sentenza di adozione speciale» da parte del Tribunale dei minori.

In più, la squadra di mediatori renziani sta valutando se accogliere l'emendamento Chiti-Pagliari che prevede una sorta di “foglio rosa” per l'adozione: un periodo di prova, «un affido preadottivo» di due anni prima della sentenza del Tribunale minorile, da estendere alle coppie eterosessuali per evitare discriminazioni anti-costituzionali. Invece è difficile che passi l'idea dell'autocertificazione in cui gli adottandi dichiarano che il bimbo non è frutto di maternità surrogata.

Ebbene, se verrà raggiunta l'«intesa sul dopo» prima di domani sera tutto andrà come previsto: votazione a scrutinio palese sul ”supercanguro” di Marcucci e poi via libera entro giovedì ai ritocchi alla stepchild adoption. Se invece l'accordo non verrà siglato, Renzi tenterà due strade. La prima è convincere il presidente del Senato, Pietro Grasso, a rimangiarsi il voto segreto sul maxi emendamento di Marcucci. La seconda, più praticabile perché non metterebbe Grasso nei guai e perché allevierebbe le pene dei cattodem del Pd, è chiamata «punto di equilibrio». E si traduce così: voto palese in Aula per decidere di votare il “supercanguro” per parti separate. Poi votazioni palesi sui vari articoli del maxi emendamento, tranne che sulla stepchild adoption che verrebbe votata a scrutinio segreto. «E accada quello che deve accadere...», dicono al Nazareno. Già si è detto: Renzi non ha mai considerato le adozioni «il punto principale». Tanto più adesso che si rivelano impopolari.

 

Ultimo aggiornamento: 15:35