Caso migranti, Quirinale e Conte in allarme: «A rischio la tenuta della Ue»

Lunedì 2 Luglio 2018 di Alberto Gentili
Caso migranti, Quirinale e Conte in allarme: «A rischio la tenuta della Ue»
Massima allerta al Quirinale e a palazzo Chigi. L'eventuale caduta di Angela Merkel allarma il presidente Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte che, riferiscono fonti accreditate, «segue la situazione con comprensibile preoccupazione». Perché l'addio della Cancelliera, agli occhi del Colle, potrebbe rappresentare un fattore di destabilizzazione dell'Ue, privata dalla sua forte leadership europeista. E perché, secondo la prospettiva del governo, potrebbe aprire la strada (se non si va a elezioni) all'avvento di un cancelliere molto più rigorista: Wolfgang Schaeuble. «Senza contare», dice un'alta fonte diplomatica, «che un'eventuale evoluzione sovranista in Germania porta a ben tristi ricordi...».

A palazzo Chigi, preoccupazione a parte, dicono che «ciò che accade a Berlino non mette comunque in discussione la nostra posizione sul rifiuto a riprenderci i migranti registrati in Italia e fuggiti fin lì». Insomma: nessun soccorso in extremis. Anzi: «Le difficoltà della Merkel dimostrano che non è vero che a Bruxelles, nello scontro sui flussi migratori, ha vinto la Germania e ha perso l'Italia...».

Chi di sicuro stapperebbe champagne davanti alla caduta della Cancelliera è Matteo Salvini. Da quando è andato al governo, ha preso il timone del ministero degli Interni, il vicepremier ha lavorato ai fianchi Frau Merkel. E ha stretto un asse proprio con Horst Seehofer: il Bruto che accoltella la Cancelliera cavalcando, esattamente come Salvini, il tema dei migranti.

Eppure proprio Seehofer è quello che vorrebbe rispedire in Italia i migranti. «Ma a Salvini questo non interessa», dice Sandro Gozi, ex ministro dell'Europa nel governo Gentiloni, «ciò che interessa al leader leghista è sfasciare l'Ue e l'operazione risulterà molto più semplice se a Berlino non ci sarà più la Merkel».
Vero? A confermarlo è stato lo stesso Salvini sul pratone di Pontida: «Le elezioni europee del prossimo anno saranno un referendum tra l'Europa delle élite, delle banche, della finanza e l'Europa dei popoli». Ancora: «Mi auguro che a Bruxelles salti l'inciucio democristiano-socialista e che il primo partito diventi quello sovranista: la Lega delle Leghe».

L'INTERNAZIONALE SOVRANISTA
Ecco la chiave: la saldatura dei movimenti populisti e sovranisti. Una sorta di internazionale di destra. Che sfrutta il timore per i migranti e da mesi cannoneggia la Cancelliera. Tant'è che oltre all'Italia, a bocciare le riammissioni e l'ultimo disperato appello della Merkel, sono stati gli altri leader sovranisti: l'ungherese Viktor Orban, il polacco Mateusz Morawiecki, il ceco Andrej Babi, l'austriaco Sebastian Kurz. «Con Orban e Kurz siamo grandi amici», ripete spesso Salvini. E Orban: «Vedo che anche in Italia sono apparsi protagonisti duri. Le cose procedono secondo i miei piani». Quali? La vittoria dell'ultra destra in Europa il prossimo anno, appunto. E il contemporaneo tramonto delle tradizionali forze europeiste che hanno fondato l'Unione: il Partito popolare europeo (Ppe) e il partito socialista continentale (Pse).

Al fronte populista e sovranista non mancano gli alleati. Il primo è Vladimir Putin che vuole ridimensionare un competitor difficile come la Ue e brinderebbe a Vodka per mesi se riuscisse a spappolarla. La prova? Ha accolto due volte Salvini a Mosca e tifa per i 5Stelle: due partiti euro-scettici che, con Conte, hanno annunciato in Parlamento «una svolta nelle relazioni con la Russia».

Il secondo alleato si chiama Donald Trump e anche lui ha simpatie sia per Salvini, sia per i 5Stelle (a fine luglio Conte sarà ospite a Washington). Il presidente americano alza muri come Orban, guadagna consensi dando la caccia ai migranti come Salvini, Kurz e la Le Pen, e non fa passare settimana senza lanciare un tweet al veleno contro la Merkel. Inoltre, esattamente come Putin, lavora a sfasciare l'Unione: è di poche ore fa la notizia che Trump ha proposto al presidente francese Emmanuel Macron di mollare l'Europa e di allearsi con gli Usa, in cambio di importanti concessioni commerciali e militari.
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