Primarie Pd, quota 1,8 milioni di votanti scongiura il flop, ma nel 2013 erano un milione in più

Domenica 30 Aprile 2017
Primarie Pd, quota 1,8 milioni di votanti scongiura il flop, ma nel 2013 erano un milione in più
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Sfiorano i 2 milioni i sostenitori del Pd che hanno votato alle primarie, secondo gli ultimi dati provvisori. Una cifra inferiore ai 2,8 milioni del 2013 - come sottolineano i sostenitori di Andrea Orlando - ma comunque un numero importante che allontana il fantasma del flop, e la temuta partecipazione di solo un milione di persone. Le precedenti primarie hanno registrare un numero maggiore di elettori, anche se i dati sono disomogenei, trattandosi in due casi di primarie di coalizione per eleggere il candidato premier e in tre per scegliere il segretario del Pd.

Il 16 ottobre 2005 ai gazebo si recarono a votare 4.311.149 di cittadini che incoronarono Romano Prodi candidato premier per le elezioni politiche dell'anno successivo: il Professore si impose con il 74,17% su Fausto Bertinotti, Clemente Mastella, Antonio Di Pietro e Alfonso Pecoraro Scanio. Dopo due anni, il 14 ottobre 2007, le primarie furono l'atto di nascita del Pd, coronato da una affluenza di 3.554.169 persone. Il primo segretario Dem fu Walter Veltroni che, con il 75,82%, si impose su Rosy Bindi ed Enrico Letta. Ma Veltroni si dimise dopo solo un anno e mezzo, logorato dall'opposizione interna di Massimo D'Alema.

Dopo la reggenza di Dario Franceschini, furono convocate nuove primarie, il 25 ottobre 2009. I votanti scesero a 3.102.700, con Pier Luigi Bersani eletto nuovo segretario grazie al 55,1%, davanti a Dario Franceschini e Ignazio Marino. Primarie di coalizione, per scegliere il candidato premier, furono convocate il 25 novembre 2012, alla vigilia delle elezioni politiche. I 3.110.210 votanti non risolsero la partita perché nessuno dei candidati (Bersani, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci) superò il 50%. Al secondo turno, svoltosi il 2 dicembre, ai gazebo si presentarono in 2.802.382 che sancirono la vittoria di Bersani (60,9%) su Renzi (39,1%). Ma la «non vittoria» di Bersani alle elezioni del 25 febbraio 2013 e il fallimento della nascita di un governo a sua guida, provocarono le dimissioni.

L'8 dicembre successivo i votanti furono 2.814.881 - quindi stabili - con il trionfo di Renzi: per lui il 67,55%, contro il 18,21% di Gianni Cuperlo e il 14,24$ di Pippo Civati.
Questa volta però le regole erano cambiate e prima delle primarie, a novembre c'erano stati i congressi di circolo tra i soli iscritti (296.645). Qui i risultati erano stati diversi: Renzi si era fermato al 45,34%, seguito da Gianni Cuperlo col 39,44%, Civati col 9,43% e Gianni Pittella col 5,80%. Insomma la differenza di consenso per Renzi tra il voto tra i soli iscritti e quello di tutti i simpatizzanti era enorme, a suo vantaggio. Quest'anno, invece, Renzi ha trionfato anche nei circoli: tra i 266.054 iscritti che hanno votato, Renzi ha incassato il 66,73%, Andrea Orlando il 25,25% e Michele Emiliano l'8,02%. Secondo le prime proiezioni Renzi avrebbe attorno al 70% con un gradimento quindi analogo tra gli iscritti e il popolo dei gazebo.
Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 12:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA