Migranti identificati in Africa. Militari dall'Europa

Martedì 29 Agosto 2017 di Francesca Pierantozzi
Gentiloni e Macron (LaPresse)

PARIGI - È stato il presidente del Ciad Idriss Deby a ricordare per un attimo ieri perché si trovavano tutti all'Eliseo, Emmanuel Macron, il premier italiano Gentiloni, la cancelliera Merkel, lo spagnolo Rajoy, il collega del Niger Issoufou, il libico al Serraj e l'Alto Rappresentante Ue per gli Esteri Federica Mogherini: «Perdiamo da anni giovani africani nel deserto e nel Mediterraneo, ne perdiamo a migliaia, giovani di 20 e 30 anni, perdiamo le braccia forti del nostro continente. Dobbiamo ridurre i danni e i danni sono i morti». Nella sala dell'Eliseo dove ieri si è svolta la conferenza stampa è calato per un attimo il silenzio, poi i partecipanti hanno continuato a fare il punto sul nuovo Piano d'azione dell'Europa rispetto alla sfida delle migrazioni.

IL FORMAT
Il piano non è nuovo, ma inedito è tutto il resto: il format-migrazioni euro-africano composto dai Quattro maggiori paesi Ue, più i tre paesi africani di transito e, finalmente anche dalla ministra europea Mogherini, una strategia comune, il riconoscimento che niente basta ma tutto si deve tentare, aiutarli a casa loro con la cooperazione economica e di sicurezza, inviando anche uomini per sorvegliare le frontiere meridionali del Sahel, lottare con tutti i mezzi contro i trafficanti, smantellando anche il pericoloso sistema economico che hanno messo in piedi, stabilizzare la Libia («l'accordo con l'Italia è un esempio» ha detto Merkel, «accordo perfetto» per Macron), e infine realizzare un dispositivo nei paesi del Sahel - Ciad, Niger e Mali - per identificare i migranti, stabilire il loro status, chi ha diritto all'asilo e chi invece migra per questioni economiche, e infine stilare liste chiuse per l'eventuale ricollocamento in Europa.

Insomma, sono gli Hot Spot trasferiti nei paesi di transito e che da ieri si preferisce chiamare in altro modo, «una collaborazione con l'Unhcr e l'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni per gestire insieme la situazione dei migranti, in buone condizioni umanitarie», ha spiegato Gentiloni. L'Europa cerca di muoversi. «Certo abbiamo cominciato a reagire in ritardo - ha detto il premier italiano - ma si cominciano a vedere i primi, fragili risultati, anche nel corridoio centrale del Mediterraneo che era il più difficile. Rispetto a un anno fa abbiamo fatto enormi progressi».

Quella dei migranti è una «sfida che ci riguarda tutti e che nessuno può risolvere da solo» ha detto Macron al termine di un pomeriggio dedicato a incontri bilaterali e poi al vertice a otto, il nuovo format euro-africano sulle migrazioni.

LA SINTONIA
Agire insieme è stata la parola d'ordine, particolarmente importante proprio per il presidente francese, il cui debutto sulla scena politica europea e internazionale ha sollevato sospetti di eccessivo protagonismo. Altre parole chiave: sicurezza, efficacia, umanità, la quadratura del cerchio tra i valori europei, la fattibilità dell'accoglienza e l'opportunismo politico. Il presidente francese ha salutato «un piano d'azione a breve termine molto rapido per contrastare il fenomeno intollerabile dei trafficanti di esseri umani, prevenire ulteriori problemi e ulteriori flussi e prevedere la possibilità di organizzare un rientro nei Paesi di origine».

«Il sistema Dublino deve essere rivisto, i Paesi cosiddetti d'arrivo sono sfavoriti» ha sottolineato da parte sua Merkel. «Abbiamo fatto un passo avanti» si è felicitato Gentiloni, che ha messo in guardia da soluzioni miracolo: «Negli ultimi mesi abbiamo conseguito dei risultati che vanno ottimizzati, ma questo impegno va europeizzato perché non può essere lasciato a un solo Paese.

Il vento può cambiare». Perché alle dichiarazioni congiunte seguano anche i fatti, gli Otto di Parigi hanno annunciato la formazione di una task force che valuterà l'attuazione sul terreno degli impegni presi all'Eliseo e un prossimo incontro in Spagna prima del vertice Ue-Africa.

Ultimo aggiornamento: 19:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA