Renzi a La7, boom di ascolti 9,13% di share per il leader dem

Mercoledì 8 Novembre 2017
Renzi a La7, boom di ascolti 9,13% di share per il leader dem
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Boom di ascolti ieri sera per Matteo Renzi ospite a Di Martedì su La7. Il talk show di Floris avrebbe dovuto ospitare anche Luigi Di Maio, dopo la sfida lanciata proprio dal candidato premier 5Stelle al segretario del Pd, ma dopo il dietrofront grillino si è trasformato in un one man show di Renzi seguito da 2milioni 123mila spettatori (con picco oltre i tre milioni), pari a uno share del 9,13%.

«Sono contento del record di ascolti di "Di Martedì" e spero un giorno di poter parlare di più di misure concrete», ha scritto Renzi su Instagram. 

«Con Matteo Renzi la trasmissione DiMartedì su La7 raggiunge il record storico: 2.123.000 telespettatori, con il 9,1% di share. Il talk di Floris su La7 non era mai arrivato a un livello così alto di telespettatori, in questi anni di concorrenza con Rai3. Nella fascia di prime time (20.30-22.30) La7 è terza rete in assoluto, battuta solo dalle ammiraglie Rai1 e Canale 5: supera tutte le altre reti. Battuto anche l'innovativo show di Mika su Rai2, una delle più pregiate scommesse dei palinsesti Rai. Triplicati gli ascolti di Cartabianca su Rai3. Siamo di fronte ad un grande successo di ascolti per Renzi e per La7, ma anche al fallimento totale dell'informazione Rai», sottolinea su Facebook Michele Anzaldi (Pd), segretario della commissione di Vigilanza.

«Prima si sono fatti sfuggire il faccia a faccia tra Renzi e Di Maio, accettando il veto del leader M5s. Poi - aggiunge l'esponente dem - hanno addirittura invitato lo stesso Di Maio a parlare da solo senza contraddittorio e senza giornalisti alla trasmissione di intrattenimento Che tempo che fa da Fazio. E in occasione del primo talk show di prima serata dopo il voto siciliano non hanno invitato alcun ospite della dirigenza che guida il Pd a commentare le elezioni. In studio, infatti, oltre a Meloni e Speranza dell'opposizione, non c'era nessun altro. In collegamento Emiliano, che si colloca all'opposizione interna di Renzi, e poi intervista a Veltroni, che però era presente in veste di romanziere per presentare il suo libro e non certo per fare un'analisi del voto. A coronamento di questa strategia editoriale sonoramente bocciata dai telespettatori sono arrivati gli insulti, travestiti da satira, contro gli elettori del Pd. Basta rivedere il finto sondaggio della comica Geppi Cucciari, pieno di offese».

«Questo è lo stato dell'informazione Rai, pagata dal canone di tutti gli italiani, compresi ovviamente gli elettori del Partito democratico che vengono invece puntualmente umiliati. Un'azienda dove ci sono decine di mega dirigenti e mega direttori strapagati che avrebbero il dovere di controllare e garantire il pluralismo, in particolare nei giorni a ridosso delle elezioni: cosa hanno fatto in questi giorni? Orfeo e Maggioni, che sono stati attentissimi direttori di testata, non hanno nulla da dire?» conclude Anzaldi.


 
Ultimo aggiornamento: 13:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA