Mattarella stringe i tempi. E spunta la carta Casellati

Lunedì 7 Maggio 2018 di Marco Conti
Mattarella stringe i tempi. E spunta la carta Casellati
La capacità di alcuni leader di pestare acqua cercando di riportare tutto e tutti alla casella di partenza ha raggiunto il suo limite. Nello studio alla Vetrata del Quirinale, dove oggi il presidente della Repubblica incontrerà le delegazioni di tutti i partiti, sarà infatti difficile sfuggire alla richiesta di chiarezza che Sergio Mattarella sottoporrà ai partiti. La necessità di assicurare al Paese un governo, dopo oltre due mesi di incontri, dichiarazioni e chiacchiere varie, supera ormai qualunque manovra più o meno tattica dei partiti.

IL SALTO
Il Paese deve essere governato ed entro domani, o al massimo dopodomani, il Capo dello Stato presenterà un premier e una squadra di ministri al Parlamento che in qualunque momento potrà farsi da parte qualora i partiti trovino soluzioni alternative. Le consultazioni inizieranno alle dieci di questa mattina con la delegazione del M5S e, a seguire tutti gli altri sino ai presidenti delle Camere che verranno ricevuti nel pomeriggio. Novità dell'ultim'ora, come la risorta opzione di un esecutivo M5S-Lega, sono ovviamente sempre valutabili dal Capo dello Stato. A patto però che abbia in numeri e sia supportato da esplicite dichiarazioni dei leader. Ovvero Di Maio dovrebbe dire che accetta FI nella maggioranza o Salvini dovrebbe sostenere che la Lega lascia FI, Se, come sembra, anche questa ipotesi dovesse saltare, non resta che il governo di tregua.
L'obiettivo del Quirinale resta quello di dare un governo al Paese nel pieno dei suoi poteri. Spetterà poi al Parlamento valutare se dargli la fiducia e permettere alla legislatura di cominciare, o bocciarlo e aprire quindi a nuove elezioni che si terrebbero ad ottobre. Ipotesi più o meno lunari, come il voto a metà luglio, sembrano escluse anche perché si rischia di ritrovarsi con scandalose percentuali di affluenza. Altrettanto complicato superare il problema della legge di Bilancio attraverso un meccanismo, di marca grillina, che dovrebbe investire l'attuale governo Gentiloni il quale dovrebbe firmare un decreto per bloccare l'aumento dell'Iva previsto per inizio anno. La ricerca di scorciatoie, dopo due mesi di vuoto assoluto, racconta la difficoltà mostrata dalle forze politiche a ragionare in termini di intese. Un'incapacità che non può non preoccupare Mattarella vista anche l'idea delle stesse forze politiche di tornare al voto con l'attuale legge elettorale destinata a riprodurre le difficoltà di queste settimane.
Da questa sera, chiuso anche l'ultimo giro di consultazioni, Mattarella si ritirerà a riflettere con i suoi collaboratori sui nomi da inserire nel governo e sul discorso che farà per annunciare la sua iniziativa. Il profilo terzo che dovrà avere il presidente del Consiglio e la necessità di possedere competenze rodate ampliano il numero dei possibili candidati. Molti nomi sono stati fatti di professori e tecnici sono stati fatti nei giorni scorsi, da Sabino Cassese a Lucrezia Reichlin passando per Tito Boeri o Enrico Giovannini, ma stavolta il governo dovrà avere un profilo che sappia guadagnarsi i voti dei parlamentari e aprire un dibattito nei gruppi che non potrà non riguardare anche gli errori commiessi da ogni forza politica nei due mesi precedenti. Il tentativo di Mattarella rappresenta infatti un vero e proprio inedito per la storia Repubblicana perchè si tratta del primo governo che nasce e giura nelle mani del presidente della Repubblica senza che prima i partiti si siano espressi o abbiano assicurato al Capo dello Stato i numeri che dovrebbero permettergli di incassare la fiducia.

L'UOVO
La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, potrebbe rappresentare quella sintesi tra chi sostiene sia finita l'epoca dei tecnici e chi, come il centrodestra e il M5S, sostiene che vada rispettata la volontà popolare. Eletta senatrice con il centrodestra, e votata come presidente di palazzo Madama anche dal M5S, la Casellati sembra avere - prima donna a palazzo Chigi, le carte in regola per guidare un governo che traghetti il Paese a nuove elezioni avendo però messo al sicuro i conti e, magari, avendo permesso al Parlamento di riscrivere la legge elettorale.
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