Pizzarotti, guerra aperta con il Movimento

Venerdì 13 Maggio 2016 di Stefania Piras
Pizzarotti, guerra aperta con il Movimento
«Alla fine il comportamento è stato molto diverso rispetto a Nogarin». Questo il commento amaro del sindaco di Parma Federico Pizzarotti in merito alla sua sospensione dal M5S. «Il confronto è stato sempre negato. Pretenderei che chi si dice pronto a governare deve essere disposto a metterci la faccia. Come facciamo sempre, ogni giorno, noi», ha aggiunto. «Il direttorio si è dimostrato irresponsabile nella conduzione del movimento. Ci vuole rispetto delle persone, si deve poter essere chiamati e avere un confronto». 

Non è d'accordo, ovviamente, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, che ha affidato il suo commento a Twitter: «#Pizzarotti nel nascondere per settimane l'avviso di garanzia ha commesso un grave errore. La trasparenza è la stella polare del #M5S». 

È un fuoco di fila di domande la conferenza stampa che il sindaco Federico Pizzarotti ha tenuto due ore dopo aver appreso della sua sospensione. Lo hanno attaccato sulla trasparenza e lui ribatte così: "Ma quale mancanza di trasparenza? La trasparenza è una mail anonima che mi chiede di divulgare dati sensibili? E l' istruttoria di cui su parla da chi è fatta? Ma davvero vogliamo governare con l'anonimato?".

Parole pesantissime e mirate contro i massimi vertici del Movimento. Beppe Grillo non è mai stato nominato. Piuttosto vengono tirati in ballo Luigi Di Maio che "è responsabile dei comuni ma in un anno non ha mai fissato un incontro con noi sindaci".E Roberto Fico "a cui abbiamo chiesto più volte un confronto ma non ci ha mai risposto". Pizzarotti chiede a più riprese chi ha pubblicato il post che decreta la sua sospensione e definisce il direttorio "irresponsabile". E fa i nomi: "È stato Di Maio o il figlio di Casaleggio?".

Il riferimento ovviamente è a Davide Casaleggio che dopo la morte del padre ha assunto la veste di garante al pari di Grillo. E ragiona sul quel software senza anima in cui si è trasformato il M5S. L'orario di pubblicazione del post conferma la sua tesi: "Mi é stata mandata la mail alle 14:57 e alle 15:01 c'era già il post". "Ma cosa siamo diventati un partito che si manda me mail?" continua il sindaco in un monologo infiammato. Sfiora anche il tema dell'indagine penale che lo vede coinvolto e cita l'esempio drl sindaco di Pomezia: "Anche Fucci ha ammesso di essere stato indagato" A chi gli chiede se ora uscirà dal Movimento risponde così: "No, non mi autosospenderó. Parma va avanti. Non c'è nessuna crisi. Penso di rappresentare spirito Movimento 5 Stelle. Non ho più fiducia in alcune persone del Movimento ma credo ancora nei suoi valori".

L'ultimo pensiero è a chi ripete di voler governare il Paese, Luigi Di Maio in primis. "Il mondo reale non è facebook. Se governiamo, alla prima indagine dopo sei mesi cosa facciamo? Dimettiamo il premier e i ministri?" Che non tirasse una bell'aria tra Milano e Parma e Roma si era capito fin dalle prime ore del mattino d'altronde. In mancanza di telefonate chiarificatrici  Federico Pizzarotti aveva deciso di affidarsi nuovamente ai social network e ha pubblicato la mail firmata dallo staff M5S che gli chiede con toni piuttosto perentori di trasmettere copia dell'informazione di garanzia e di tutti i documenti che consentano al MoVimento di capire la vicenda legata all'inchiesta sul Teatro Regio.

A quel "Gentile Federico Pizzarotti" il primo cittadino di Parma ha deciso di rispondere per le rime con un "Gentile staff". Il sindaco contesta che non esiste norma nel regolamento che obblighi a rispondere "a una mail anonima" trasmettendo documenti che coinvolgono "me, altri membri del cda e una Fondazione". È guerra aperta dunque tra Pizzarotti e Movimento. Sullo sfondo l'amarezza per i non detti che hanno affollato i reciproci silenzi di questi mesi, le chiamate senza risposta e i whatsup inevasi con le spunte blu e dall'altra parte nessun interlocutore online.
Ultimo aggiornamento: 19:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA